Punto e a CapoSe 90 anni vi sembran pochi

                                        Il Governo, ieri, ha inserito, a sorpresa, una norma nel decreto sviluppo che “regala” letteralmente le spiagge ai privati. Le concessioni sull’utilizzo dei ...

Il Governo, ieri, ha inserito, a sorpresa, una norma nel decreto sviluppo che “regala” letteralmente le spiagge ai privati.

Le concessioni sull’utilizzo dei tratti di spiaggia che prima venivano date di anno in anno, d’ora in avanti saranno novantennali: gli unici paletti entro cui gli imprenditori dovranno muoversi saranno i vincoli paesaggistici e ambientali già stabiliti dalla legge, sempre ammesso che non si decida di cancellare “con un bel colpo di spugna” anche quelli.

Ovviamente, non è mancato lo sconcerto da parte delle associazioni ambientaliste e neanche quello della Commissione Ue, dato che la decisione “non sarebbe conforme con le discussioni in corso sull’argomento fra Bruxelles e le autorita’ italiane“.

Ma le sorprese, non finiscono qui.

Ci eravamo lasciati con l’emendamento al Decreto Legge Omnibus, depositato in aula al Senato, che, bloccando tutte le norme per la costruzione delle nuove centrali nucleari, trasformava la moratoria di un anno sul tema annunciata dopo il disastro di Fukushima in una cancellazione dei programmi (soprattutto per quello che riguarda la realizzazione di nuovi impianti) ma che in realtà era solo uno strumento per far saltare il previsto Referendum del 12 e 13 Giugno prossimi sul nucleare, e ci ritroviamo a parlare, oggi, di Autorità per l’acqua, che ha trovato posto nel “Decreto Sviluppo Economico” e che è, a sua volta, soltanto un sistema per “depotenziare” anche i due referendum sull’acqua pubblica.

Intanto, tra gli elettori la confusione regna sovrana: se i Referendum si faranno o non si faranno, nessuno ancora è in grado di dirlo con certezza.

Servirebbe molta informazione, ma nonostante l’approvazione del regolamento tv da parte della Vigilanza sulla Rai, Antonio Di Pietro, ieri, si è accorto che le norme approvate stabiliscono “che la trasmissione delle tribune televisive e radiofoniche riservate ai referendum e nonché dei messaggi autogestiti debba iniziare a partire dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale” e quindi, ci sarebbe una perdita di altre due settimane di informazione.

Purtroppo, così, a braccio, le prime analisi di alcuni costituzionalisti sembrerebbero optare, quasi sicuramente, per l’effettiva cancellazione del quesito referendario sul nucleare.
Oggi, proprio a questo proposito, vi propongo un’intervista a Carmen Capolupo, docente di Diritto Costituzionale all’Università Federico II di Napoli: http://www.youtube.com/user/temporealechannel.

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