I primi sei mesi di quest’anno sono stati caratterizzati da innumerevoli tragedie che hanno riguardato la natura, la tecnica e i popoli.
L’entità di tali catastrofi ci interpella. È l’uomo che viene per primo, ed è bene ricordarlo. L’uomo, al quale Dio ha affidato la buona gestione della natura, non può essere dominato dalla tecnica e divenirne il soggetto.
Una tale presa di coscienza deve portare gli Stati a riflettere insieme sul futuro a breve termine del pianeta, di fronte alle loro responsabilità verso la nostra vita e le tecnologie.
L’ecologia umana è una necessità imperativa.
Adottare in ogni circostanza un modo di vivere rispettoso dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie adeguate che salvaguardino il patrimonio del creato e non comportino pericolo per l’uomo devono essere priorità politiche ed economiche.
In questo senso, appare necessario rivedere totalmente il nostro approccio alla natura.
Benedetto XVI, 9 giugno 2011
Il Papa lo ha affermato nel discorso ai nuovi ambasciatori di Moldova, Guinea Equatoriale, Belize, Siria, Ghana, Nuova Zelanda: implicito il riferimento alla tragedia della centrale nucleare di Fukushima.
Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Palam!!!