Durante l’annuale WWDC Apple ha presentato le sue novità.
Nulla di stravolgente e anche loro piegati alla moda del momento Cloud, Cloud, Cloud (sembra il cielo di Milano in questi giorni) ma ovviamente, in quesot caso, per la gioia dei fan della mela non manca la iconica “i” e quindi il Cloud diviene iCloud.
Il Cloud è ormai diventato l’argomento di moda del mondo IT, è assolutamente necessario citarlo, é reato non farlo. Nel caso del WWDC va, però, riconosciuto a Steve Jobs il merito di una dichiarazione “molte persone pensano che il cloud sia un grande hard disk in cielo…per noi è molto più di questo”.
La dichiararazione, di per sé, non ha nulla di trascendentale ma per il solo fatto che a farla sia stato SJ verrà ascoltata e presa come le parole di un oracolo.
Nulla di nuovo sul fatto che Cloud sia, ma soprattuto debba essere, di più di uno storage o di una “suprecasellaemail nel web”. Il futuro, o meglio la necessaria svolta sono i servizi.
Con questa logica il tablet assume una nuova luce. Ci sono utenti per i quali un tablet connesso alla rete è sufficiente per la maggior parte degli utilizzi e il Cloud in questo scenario rappresenta il naturale completamento dell’offerta.
L’industria (IT) lo ha capito ma stenta ad applicare la teoria anche se i primi segnali si vedono (in rete).
Cito su tutti l’esempio di Toshiba; ho avuto molte remore, lavorando per questa azienda, sul fatto che potesse avere senso l’autocitazione o meno ma penso sia necessario essere obiettivi e piuttosto offrire il fianco a critiche ed appunti. Se si guarda il sito (USA) dedicato al tablet http://www.thetoshibatablet.com/ e lo si confronta con la pagina generale dedicata ai notebook http://us.toshiba.com/computers/laptops si nota subito come anche per un’azienda tradizionalista (sia per DNA sia per offerta) stia soffiando un vento nuovo e non si tratta solo di “trovata marketing”.
Sarà il tablet la rivoluzione o sarà solo un tassello della teoria evolutiva?
La parola passa al mercato e come la solito stay tuned.