Punto e a CapoE voi, in una cava dismessa, cosa ci fareste?

        Se dalle civiltà classiche abbiamo ereditato la meraviglia dell’antica Pompei - sopravvissuta all’eruzione del 79 d.C. ma non al ministero dei Beni culturali - il monumento che questa civi...

Se dalle civiltà classiche abbiamo ereditato la meraviglia dell’antica Pompei – sopravvissuta all’eruzione del 79 d.C. ma non al ministero dei Beni culturali – il monumento che questa civiltà sta lasciando in eredità alle future generazioni sono migliaia di ettari di territorio riempiti di rifiuti. I palazzi arrampicati gli uni sugli altri sono il positivo di un calco che ha il suo negativo nei buchi aperti dallo sventramento delle montagne, delle colline, delle valli.

Anna Fava

Nelle cave dismesse nell’hinterland napoletano ci vogliono allestire le sempreverdi discariche mentre in Europa, le utilizzano per ricavarci degli auditorium per concerti o spazi per la socializzazione.

E voi, in una cava dismessa, cosa ci fareste?

Recita così, l’ultimo lavoro del Collettivo Latrones, che raggruppa grafici, fotografi e scrittori originari di Terra di Lavoro.

Di sicuro, cosa farci in quei buchi, lo sa bene Annunziato Vardè, il commissario straordinario incaricato di individuare e realizzare le discariche (che, a lui, piace chiamare siti) dove mettere i rifiuti in Campania.

Il viceprefetto, originario di Vibo Valentia, per mettere a frutto il progetto, avrebbe diviso l’intera zona in sette «aree omogenee» (area metropolitana, che comprende la città di Napoli; penisola sorrentina; area nolana; area acerrana; area vesuviana; area nord ed area domitio flegrea) ed individuato cinque cave da attrezzare entro sei mesi a Chiaiano, Marano, Giugliano, Comiziano e Sant’Anastasia.

Naturalmente, non si è fatta attendere, la reazione degli attivisti del Presidio antidiscarica di Chiaiano e Marano, che hanno annunciato per Mercoledì prossimo, un’assemblea popolare che si terrà sulla Rotonda Titanic, luogo simbolo di una protesta, che si trascina dal 2008.

Intanto, è ri-cominciato anche lo sversamento dei rifiuti nelle discariche in provincia di Benevento, Avellino e Caserta, secondo quanto previsto dall’ordinanza firmata dal presidente della Regione Stefano Caldoro.
Più precisamente, si conferisce nelle discariche di Sant’Arcangelo Trimonte (Benevento), Savignano Irpino (Avellino) e San Tammaro (Caserta).

E, mentre, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, la definisce “una cosa grottesca”, la battaglia si trasferisce in tribunale, dato che dopo Zinzi a Caserta, anche i presidenti delle Province di Benevento Aniello Cimitile e di Avellino Cosimo Sibilia hanno annunciato il ricorso al Tar.

Ma, ciò che è meno visibile, ed è la vera emergenza, è quanto riportato nel Rapporto Istat del 2011 sulla Campania: gli abitanti di questa regione vivono in media due anni in meno degli altri cittadini italiani.

Emergenza talmente grave, da spingere la Flotta americana a temere seriamente per la salute di chi vive in alcune aree della città campana, dove aria, acqua e terra hanno un livello ‘inaccettabile’ di inquinamento, e a consigliare, addirittura, ai suoi militari che lavorano alla Base Nato di Napoli, di non lavarsi i denti con l’acqua del rubinetto, di farsi la doccia con occhi e bocca chiusa, di evitare di stare negli scantinati e di venire troppo a contatto con il terreno.

E, fa davvero ridere, che, in queste ore, Giuliano Zuccoli, presidente di A2A, la nota multiutility lombarda, dica che il vero problema della Campania sono i 7 milioni di ecoballe accatastate a Giugliano, suggerendo come soluzione un termovalorizzatore come quello di Acerra.

La nuova amministrazione del Comune di Napoli sta, infatti, provando a cambiare passo, dicendo no alla costruzione di un inceneritore a Napoli Est e portando avanti con determinazione la linea della raccolta differenziata finalizzata al recupero di materia.

Tra l’altro, Anna Fava, dell’Assise della città di Napoli, denuncia su Left, come i fratelli Colucci della Daneco (società della holding Unendo, un colosso da oltre 200 milioni di euro di fatturato e oltre 3mila clienti tra le maggiori industrie internazionali) abbiano vinto un appalto da 300 milioni, per l’inceneritore di Salerno, ma siano indagati dalla Lombardia alla Sicilia per reati ambientali, subappalti sospetti, truffa, corruzione.

Che cosa non si farebbe per il famigerato Cip6

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