Falafel CafèTorna a suonare in Israele uno dei violini di Auschwitz

Chissà come la prenderanno i sopravvissuti. Sempre meno a dire il vero. Perché quelle corde e quella musica non erano proprio così piacevoli. Se non altro perché accompagnavano l’uscita e l’ingress...

Chissà come la prenderanno i sopravvissuti. Sempre meno a dire il vero. Perché quelle corde e quella musica non erano proprio così piacevoli. Se non altro perché accompagnavano l’uscita e l’ingresso a un campo di sterminio, quello di Auschwitz.

E comunque. La notizia è che uno dei violini dell’orchestra la cui musica accompagnava giornalmente i detenuti del lager costretti – come minimo – ai lavori forzati, tornerà presto a far sentire la sua “voce” nelle mani di Shlomo Mintz, uno dei più grandi musicisti dello Stato ebraico.

Succederà tutto a Herzliya, vicino a Tel Aviv, domenica prossima, in occasione della cerimonia di chiusura di un corso per ufficiali superiori delle forze armate.

Il violino è uno dei 28 appartenuti a vittime della Shoah che sono stati raccolti e restaurati a Tel Aviv da Amnon Weinstein, liutaio, discendente di una famiglia polacca di maestri liutai.

Una collezione partita dall’idea di un giovane tedesco non ebreo giunto a Tel Aviv a metà degli anni Novanta per apprendere il mestiere da Weinstein. «Si tratta soprattutto di violini che erano stati abbandonati in una soffitta», racconta Weinstein al quotidiano israeliano “Yedioth Ahronoth”.

«Mi sono stati consegnati da persone che non sapevano cosa farne». «Il primo strumento che ho ricevuto apparteneva al violinista Shimon Krongold di Varsavia che lo aveva comprato dal liutaio Yaacov Zimmerman che era stato maestro di mio padre», continua ancora Weinstein. Dentro il violino c’era un biglietto su cui Zimmerman aveva scritto in yiddish: «Realizzato nel 1924 per il violinista Shimon Krongold».

Il musicista riuscì poi a fuggire dai tedeschi e a trovare rifugio in Unione Sovietica. Morirà a Tashkent, in Uzbekistan, nel 1946. Il suo violino, invece, seguirà un percorso tutto suo. Per tutta una serie di coincidenze è finito in Israele. Lì l’hanno poi restaurato.

La collezione «della speranza» – come la chiama Weinstein – ha già partecipato a diverse esposizioni in Europa.

(Nella foto, l’orchestra di prigioneri ebrei suona tra i fili spinati del campo di concentramento di Auschwitz – foto tratta dall’archivio digitale del museo Yad Vashem di Gerusalemme)

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