Con un’operazione congiunta i militari del contingente italiano e gli agenti della polizia afgana sono riusciti quest’oggi a scoprire una fabbrica di IED (Improvised Esplosive Device), i micidiali ordigni esplosivi realizzati artigianalmente con materiale di recupero, e ciononostante in grado di mettere a dura prova le corazzature dei blindati ISAF, assieme a due depositi di armi ed esplosivi. Ad annunciarlo, il comando del contingente nazionale in Afghanistan.
Gli ordigni improvvisati rappresentano attualmente la minaccia più temibile per le forze della missione NATO, non solo per l’estrema difficoltà del loro rilevamento, ma anche perché la loro semplicità di realizzazione ne fa una delle armi più utilizzate ed efficaci, ancorché rudimentali. Sono infatti 12, su 41 caduti, ovvero quasi il 30% del totale, i militari italiani impegnati nella missione ISAF uccisi proprio dagli IED.
Secondo il comando italiano, assieme alle acquisite capacità di investigazione della polizia locale, sono state fondamentali per il successo dell’operazione le segnalazioni della popolazione: un contributo prezioso, sul quale i nostri militari possono contare grazie al rapporto di fiducia e collaborazione costruito negli anni soprattutto attraverso operazioni di CIvil MIlitary Cooperation (CIMIC) finalizzate alla ricostruzione del tessuto socio-economico nell’area di crisi. Un’attività che rappresenta da sempre un settore molto importante dell’operato dei nostri militari nei teatri di missione.
Il ritrovamento degli ordigni è stato effettuato da 130 militari tra forze di Isaf e da unità speciali della polizia afgana nel distretto di Bala Balouk, a circa 80 chilometri a nord di Farah. E’ stata proprio la polizia di Bala Balouk ad arrestare anche cinque persone, trovate in possesso di ordigni già confezionati, nonché ulteriore materiale esplosivo, elettrico e numerose armi.
Quasi contemporaneamente nell’area di Shindand, vicino al villaggio di Showz, è stato rinvenuto un ingente quantitativo di razzi ed esplosivi in ottimo stato di conservazione. Sempre secondo le fonti militari italiane, l’arsenale era pronto per essere usato dagli insorti per la realizzazione di ordigni improvvisati e per condurre attacchi contro le forze di sicurezza.
«Questi ennesimi arresti e ritrovamenti – dichiarano dal comando italiano – oltre a testimoniare nuovamente l’efficienza e l’efficacia raggiunta dalle forze di sicurezza afgane, sono il segno tangibile di quanto la popolazione, stanca di rimanere sempre più spesso coinvolta nell’esplosione dei famigerati ordigni esplosivi posizionati dagli “insurgents” in maniera indiscriminata lungo le strade, confidi sempre più nell’operato e nelle capacità delle sue forze di sicurezza, coordinate da un sistema giudiziario sempre più efficace e attivo che ha partecipato alle operazioni e si occuperà di seguire le indagini».