Una panchina, un libroIl coraggio di guardarsi allo specchio

Magda Szabò, Per Elisa, Anfora Edizioni, 2010 L’ultimo libro della grande scrittrice ungherese che, a 85 anni, dopo una vasta ed acclamata produzione di romanzi e poesie, decide di dedicarsi alla p...

Magda Szabò, Per Elisa, Anfora Edizioni, 2010

L’ultimo libro della grande scrittrice ungherese che, a 85 anni, dopo una vasta ed acclamata produzione di romanzi e poesie, decide di dedicarsi alla propria autobiografia. Per Elisa, che copre gli anni dal 1917 al 1935, avrebbe dovuto essere il primo volume di una trilogia, ma rimase l’unico, prima della morte dell’autrice nel 2007.
E’ interessante che Szabò, negli ultimi anni della propria vita, ci abbia lasciato una chiave di lettura dei suoi lavori, che sono complessi per stile e struttura, ma ancor più per l’intreccio delle relazioni fra i personaggi. Inquietudine, gelosia, desiderio sessuale, frigidità, amore ma anche odio filiale e fraterno, sono emozioni che ricorrono con forza nelle opere di Szabò, quali La porta, La ballata di Isa, L’altra Eszter, per citarne alcune tradotte in italiano. Con Per Elisa la scrittrice ci svela quanto questi sentimenti fossero già radicati nella sua infanzia e adolescenza.
Magdolna, come viene chiamata in famiglia, è una bambina di rara intelligenza e precocità. Figlia unica, gode della completa attenzione dei genitori che in lei intendono riscattare la propria infanzia travagliata e le loro delusioni di coppia. A quattro anni Magdolna è costretta a subire la prima delle sue tante esperienze di sofferenza quando il padre, funzionario pubblico, porta a casa un’orfana del Trianon, una piccola vittima del coinvolgimento ungherese nella prima guerra mondiale. Cili, bella, musicalmente dotata e soprattutto consapevole della necessità di adattarsi alle alterne vicende della vita, è per molti aspetti tutto ciò che Magdolna non è. Ma dopo un primo momento di ostilità totale, Magda trova in lei un sostegno psicologico irrinunciabile che durerà fino alla morte prematura della sorella adottiva. Con questa autobiografia la Szabò mette a nudo i tratti meno positivi del suo carattere, onorando al tempo stesso la memoria di Cili con inaspettata devozione. Su un libro regalato a Magdolna, Cili scrisse la dedica “Per Elisa” (il noto pezzo di Beethoven) in omaggio alla capacità della sorella di produrre meravigliosi testi per la musica: Per Elisa è dunque su Magda, ma soprattutto sul suo rapporto con Cili.
Cili è la coscienza buona di Magda, colei che cerca di controllarne l’ egoismo, il senso di superiorità, l’insofferenza nei confronti delle debolezze altrui, l’incapacità di sottomettersi alle regole che giudica insensate. Magda, fino a diciotto anni – e sospettiamo, per tutta la vita – si attira più nemici che amici fra coloro che la circondano, spesso mossi da invidia o semplicemente incapaci di comprenderne la genialità.
Magda da bambina è già versata nei classici greci e latini, attirata dalle tragedie, da tutto ciò che è recitazione, favola e spettacolo. A scuola eccelle nelle discipline umanistiche. Vive in un mondo staccato dalla realtà, fatto di studio e scrittura ma anche di irrealizzabili sogni d’amore con personaggi della storia e dell’arte. Cili invece ha una naturale capacità di comunicare, di farsi benvolere per la sua bellezza ma soprattutto per il suo carattere dolce. Toccata indelebilmente dalla tragica morte dei genitori, Cili è dotata di una precoce capacità di capire le persone e le ragioni dei loro comportamenti. Così, a fianco dell’indomita Magda, cerca di orientarla in modo che possa nuocere meno a se stessa.

La guardai atterrita, con gli occhi ancora pieni di lacrime, allora per l’ennesima volta di Dio sa solo quante, compresi che senza Cili o sarei saltata al di là di qualcosa che sarebbe bastato semplicemente attraversare, o non mi sarei accorta della direzione mostrata da una freccia, precipitando in un baratro.

Anche la breve vita di Cili non è immune alle sofferenze. Cili si innamora appassionatamente di un ragazzo orfano come lei, ma è un amore impossibile. Dovrà invece sposare il direttore d’orchestra italiano Gianni Tonelli, colto e ricco, ma molto più anziano di lei. Per Elisa termina al momento in cui le ragazze superano brillantemente i difficili esami di maturità. Cili va verso un matrimonio conveniente ma senza passione – in questo ricalcando le orme e l’infelicità della madre adottiva. Magdolna parte per Vienna e verso un futuro in cui il successo si alternerà alla sconfitta – un percorso che risente delle terribili vicende politiche del suo Paese ma anche di quella durezza di carattere che lei stessa ha avuto il coraggio di riconoscere negli ultimi anni della sua vita.

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