Si è svolta oggi, presso l’aeroporto della città di Herat, la cerimonia che ha sancito il passaggio di consegne tra la Brigata paracadutisti “Folgore”, comandata dal generale di brigata Carmine Masiello, e la Brigata Meccanizzata “Sassari” comandata dal generale di brigata Luciano Portolano. Alla cerimonia ha partecipato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, i massimi vertici di ISAF ed i rappresentanti delle autorità civili e militari afghane.
Sono dunque i “diavoli” biancorossi di Sassari a raccogliere il testimone dei parà nel Sector West, lo scacchiere ISAF a guida italiana che vede maggiormente impegnati, sia per numero che per impiego, i nostri militari in Afghanistan. Il loro impegno durerà sei mesi, poi toccherà ai Bersaglieri della “Garibaldi”.
La brigata “tattaresa”, che in Afghanistan era già stata dispiegata per la prima volta nel 2007, negli ultimi anni è stata impegnata in tutti i pricipali scenari internazionali che hanno visto una partecipazione italiana: dalla Bosnia, all’Iraq, al Kossovo.
Nell’occasione dei saluti, in particolare, il Governatore della Città di Herat, Dr. Daud Saaba, ha ringraziato le forze italiane per l’eccellente lavoro svolto.
Il generale Biagio Abrate ha ringraziato i militari italiani per quanto stanno facendo nel delicato teatro operativo afghano nel segno della continuità e del progresso. «I risultati dei tanti sacrifici che avete compiuto – ha affermato il Capo di Stato Maggiore della Difesa – sono sotto gli occhi di tutti. Muovendovi lungo le direttrici della sicurezza, dello sviluppo e della governance, state consentendo agli Afghani di riprendere il controllo del proprio territorio».
La missione ISAF si sviluppa in 6 comandi, rispettivamente denominati “Capitale”, in corrispondenza della città di Kabul; Nord, Est, Sud-Est, Sud, Ovest. L’Italia è alla guida della Regione Ovest, che comprende le provincie di Herat, Badghis, Farah e Gowr. Un’area dalla superficie complessiva pari a quella del nord Italia.
l’International Security Assistance Force della NATO schiera sul campo oltre 130mila soldati, dei quali 90mila statunitensi. Nella zona a guida italiana sono impegnati 8mila militari di 11 paesi, di cui 4.200 sono quelli italiani, appartenenti a tutte le Forze Armate.
Nel corso di questi anni i militari italiani hanno contribuito a mettere le basi per la stabilità e la ricostruzione dell’Afghanistan supportando e preparando con successo le forze di sicurezza afghane, ormai in grado di pianificare ed eseguire operazioni complesse in totale autonomia. Ne è un esempio la città di Herat, da tempo sotto la totale responsabilità delle forze afghane.