BlotBenvenuto in Blot

Chiamatemi appartenente alla vecchia scuola, ma il primo post di un nuovo blog mi ostino, nonostante i ritmi frenetici del web del finire del 2011, a dedicarlo a presentazioni e manifesto programma...

Chiamatemi appartenente alla vecchia scuola, ma il primo post di un nuovo blog mi ostino, nonostante i ritmi frenetici del web del finire del 2011, a dedicarlo a presentazioni e manifesto programmatico/dichiarazione d’intenti.

Chi sono io lo leggete là a destra, e magari lo scopriremo nel tempo ancora meglio.

Il titolo: “blot” vuole essere un incrocio tra “blog” e “plot”. Il bello è che la loro fusione dà vita a blot, che in inglese significa “macchia”, tanto reale quanto metaforica. Non so dunque se il gioco di parole arriverà e risulterà comprensibile (sembra l’onomatopea di una zottata di vomito nella tazza del cesso, è stato il primo feedback che ho raccolto), ma dovete rendermi atto che è perfetto per i contenuti che andremo ad affrontare. Ah già, quelli ancora non li ho detti.

Blot rifletterà, si interrogherà, svelerà, aiuterà nell’intricato mondo della fiction italiana, ma anche della fiction in generale. E dove parlo di fiction intendo fiction televisiva. Principalmente.

Vuole essere uno strumento a disposizione di chi si propone come autore. Lo vuole aiutare a scrivere la sceneggiatura appetibile da proporre al produttore giusto al momento giusto. E se la ricetta della fiction perfetta non la possiede nessuno, sicuramente esistono errori noti da evitare come la peste, e almeno qualcuno di quelli posso dirvelo. Ma non dirò mai proprio tutto, perché la prima lezione è proprio che gli autori televisivi non si aiutano tra di loro, in quanto è un mondo estremamente competitivo. Per cui fidatevi di me, ma non troppo, potrei sempre fottervi quando meno ve l’aspettate.

Vuole essere un punto di riferimento per gli appassionati di fiction, svelando loro dietro le quinte e meccanismi che si celano dietro una produzione, dando modo di conoscere meglio personaggi, figure professionali, fasi produttive.

Vuole essere un osservatorio critico della fiction attualmente in onda.

Vuole favorire la libera conoscenza e circolazione di dati numerici legati alle fiction. Quanto costano? quanti ci lavorano? quanti le vedono? quanto durano? quanti giorni di riprese?

Vuole rivelare quello che non va. Ma con moderazione, ché ci metto nome e cognome e il rischio terra bruciata è sempre dietro l’angolo.

Vuole anticipare e comprendere a fondo gli scenari che si prospettano alla fiction in questi tempi di crisi economica e nuovi media.

Vuole tentare di comprendere la società reale attraverso quella raccontata dal piccolo schermo.

Vuole instaurare un rapporto diretto e costruttivo coi lettori.

Vuole fare tutto questo attraverso articoli, interviste, clip audiovisivi, con cadenza di almeno 1 o 2 post a settimana. Il tono? proveremo a fare le personcine serie, ma non sarà facile.

Questa la dichiarazione d’intenti. Ma come spesso avviene in televisione, tra intenzioni e realizzazione potrebbero esserci divergenze enormi. L’intero progetto potrebbe non partire, o qualcosa potrebbe non funzionare, e saremmo costretti a smontare e rimontare tutto fino a quando non troveremo il favore dei lettori. Probabilmente alla fine punteremo tutto su donnine mezzo nude e facili sentimenti.

In fondo, non ci sono poi queste grandissime differenze tra un blog e una fiction. L’unica vera grande fregatura è che se il tutto farà schifo non potrò neanche dare la colpa al regista.

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