Sul Corriere del 1° ottobre, Michele Ainis elenca puntualmente i motivi per cui ha ragione Napolitano a dire che la secessione non è realizzabile democraticamente, e che la Padania non esiste. Egli non usa argomenti banali, come quello tanto caro alla destra italiana: “Sputano nel piatto in cui mangiano”. Resta che dei ministri pagati dalla Repubblica Italiana, alla cui Costituzione hanno giurato fedeltà, dopo aver detto cose simili dovrebbero essere cacciati a pedate, non avendo avuto il buon gusto di dimettersi da soli.
Ainis trascura però un motivo sostanziale per cui quelle di Bossi (& Co.) sono sparate senza senso. Molto semplicemente, in tutto il Nord- che l’ignoranza dello Stato Maggiore leghista confonde nella Padania, comprese le aree non bagnate dal Po e dai suoi affluenti, ma dall’Adige, dal Piave dal Tagliamento, etc.- la Lega Nord è partito importante, ma in nessuna regione, comprese quelle in cui governa, esso dispone della maggioranza. Nelle ultime elezioni regionali la Lega prese il 35% in Veneto, il 25% in Lombardia, il 17% in Piemonte e in Friuli, il 14% in Emilia, il 10% in Liguria. Questo in base ai dati delle elezioni passate, rispetto alle quali la prossima tornata farà registrare un bagno storico. Trascuriamo pure questa ovvia previsione, fondata sull’insofferenza che la base leghista mostra per il modo in cui la rappresentano i suoi deputati a Roma (città questa che sarà ladrona, ma come ci sguazzano i deputati leghisti, certo non meno degli altri!).
Bene, facciamo finta che la Lega abbia in tutto il Nord il 20-25%, il che non è, e tanto meno sarà. Facciamo ancora finta che tutto questo blocco ipotizzato sia disposto a seguire il Capo sulla folle strada della secessione: finora hanno votato per la Lega come partito italiano, ma chi dice a Bossi che questo capitale sia spendibile in tutt’altra avventura? Tutto ciò premesso, dove mai pensano Bossi e i membri del suo inner circle- assai più cauto è l’astuto Maroni- di trovare l’altro 75- 80%? Forse intimidendo con i 300 mila armati della Bergamasca tutto il resto dell’Italia del Nord?
Incapaci di governare, Lega e Pdl non sono certo all’altezza del compito- in verità immane- di trarre il Sud dal proprio sottosviluppo. Sarebbe questa, invece, un’occasione per il Paese tutto: è nel Sud, infatti, con le sue arretratezze, il vero spazio per uno sviluppo italiano.
L’Italia, che con tutti i suoi drammi è ancora un gran Paese, saprà tener sì conto di paure e speranze degli elettori leghisti, scrollandosi però di dosso questi cascami di un mondo arretrato e misoneista. L’unico pericolo vero è che l’evoluzione della crisi dell’euro ridia fiato alla retorica separatista, fornendo elementi un po’ meno cialtroneschi a chi vagheggia di spaccare il Paese. Ricordiamoci però che il ministro Bossi è lo stesso simpaticone che la mattina salutava la prima moglie dicendole che andava all’ospedale, per poi andare al bar con gli amici, visto che la laurea in medicina non l’ha presa mai (anche se l’ha festeggiata tre volte!). Poi dice che all’estero non ci prendono sul serio.