Il picchio parlanteI Simpson rischiano la chiusura, i doppiatori non ci stanno

La popolarissima serie tv che da 23 anni appassiona milioni di telespettatori potrebbe non andare più in onda a partire dalla prossima primavera per delle divergenze contrattuali con i doppiatori. ...

La popolarissima serie tv che da 23 anni appassiona milioni di telespettatori potrebbe non andare più in onda a partire dalla prossima primavera per delle divergenze contrattuali con i doppiatori. La Fox, casa di produzione del programma e diventata famosa anche grazie agli omini gialli, ha imposto un taglio ai loro stipendi del 45%, mentre i vari Dan Castellaneta (Homer), Julie Kavner (Marge), Nancy Cartwright (Bart) Yeardley Smith (Lisa) avrebbero ben accettato una riduzione del 30%.

Nei primi anni novanta, quando la sitcom muoveva i primi passi, i doppiatori percepivano uno stipendio che s’aggirava sui 3mila dollari a puntata, per poi salire vertiginosamente fino ai 100mila dollari all’inizio del nuovo millennio. Nel 2004 le storiche voci chiesero cifre ancora maggiori, perchè in seguito ad una consulenza di un esperto avevano capito che grazie ai “Simpson” la Fox registrava un fatturato di 2,5-3 miliardi di dollari. Oggi giorno il loro compenso è di circa 400 mila dollari a puntata, per un totale di 8 milioni di euro annui per ogni singola voce.

Questo tira e molla, ancora in atto e senza un finale già scritto, somiglia un pò a quello che si è avuto tra calciatori e presidenti, e che ha determinato lo sciopero della prima giornata di Serie A. Ad onor del vero, ed indipendentemente dai guadagni astronomici, a Totti e compagni non gli fu chiesta una riduzione del genere, bensì molto minore. Siamo certi che davanti ad una riduzione di quasi il 50% degli ingaggi il campionato si sarebbe fermato per una sola giornata?

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