Education ChronicleIn corteo con Carla non vedente, alla testa dei ribelli in pace

Mi sono tenuta molto vicina agli studenti ieri 15 ottobre in corteo, per manifestare dissenso, e testimoniare partecipazione democratica. Stamani mi sento amareggiata e ferita. Soprattutto perché d...

Mi sono tenuta molto vicina agli studenti ieri 15 ottobre in corteo, per manifestare dissenso, e testimoniare partecipazione democratica. Stamani mi sento amareggiata e ferita. Soprattutto perché del bello, del profondo, del buono, del giusto, della creatività, delle canzoni, dei carri colorati, dei sorrisi, rimane poco sulle pagine dei giornali e in tv. Le immagini di una guerriglia odiosa come un mostro di pece ha inghiottito ogni scintilla di gioia. Alla metropolitana ‘Repubblica’ con degli amici si aspettava Carla, una ragazza non vedente che aveva preso due metropolitane e un passaggio da conoscenti per raggiungerci col suo sorriso, la sua energia, il passo veloce di chi vuol prendere la testa del corteo ed esprimersi per difendere la democrazia e un’idea di vita sostenibile nel rispetto assoluto della persona umana. Piazza della Repubblica alle 14 era già bloccata, i blindati della polizia avevano isolato la zona della manifestazione. Non credo sia stata una buona idea. Dava l’impressione a tutti di essere in trappola, a me che quelle energie di poliziotti a carabinieri che chiudevano tutti i varchi possibili, forse potevano essere orientate a controllare chi arrivava in piazza già con i caschi e gli zaini pesanti, a verificare che gli striscioni fossero sorretti da aste leggere, e non pesanti e puntuti bastoni, pronti a picchiare o rompere. Mi chiedo com’è stato possibile che cento incappucciati non siano stati identificati prima, i manifestanti li hanno smascherati e isolati, ma a chi dirlo? Chi poteva allontanarli con autorità e permettere agli altri di continuare un corteo di pace e consapevolezza? Qualcosa nella strategia delle forze dell’ordine non ha funzionato e ne hanno fatto le spese per primi carabinieri e poliziotti, anche loro giovanissimi e credo spaventati. Si dice sempre che i giovani non partecipano, che sono passivi e inermi di fronte ai cambiamenti sociali e storici, oggi si muovono insieme in tutto il mondo, andrebbero protetti di più, incoraggiati a continuare. I grandi interlocutori che si schierano con qualche leggerezza, pro o contro, dovranno cominciare a dare risposte e orientamenti. Tra i violenti c’erano gli odiosi black block, ma anche qualcuno dei ragazzi della piccola borghesia romana, delle università del sud, dei centri sociali. Hanno sbagliato, meritano giorni di carcere. Alcuni però hanno un debito di ascolto enorme, sono e continuano a essere invisibili, inascoltati dalle istituzioni, dalla politica e dagli adulti, loro sì ciechi e sordi alle grida d’aiuto dei più giovani e sofferenti. La stagione della violenza è stata vissuta più di una volta da questo paese, bisogna condannare e subito dopo occuparsene affinché non riaccada. Il corteo festante vive ancora negli occhi di Carla, l’odore acre del blindato in fiamme lei lo avrà sentito prima di tutti noi, ma sono certa che non vorrà fermarsi, col suo sorriso e il passo deciso della solidarietà e della partecipazione alla vita democratica.

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