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Principe saudita: 900mila dollari per chi cattura soldato israeliano Un membro della famiglia reale saudita, il principe Khaled bin Talal, ha aggiunto 900 mila dollari ai 100 mila già offerti da un...

Principe saudita: 900mila dollari per chi cattura soldato israeliano
Un membro della famiglia reale saudita, il principe Khaled bin Talal, ha aggiunto 900 mila dollari ai 100 mila già offerti da un religioso suo connazionale a chiunque sequestri un soldato israeliano. Lo riferisce la tv privata Daleel, secondo cui il principe – che è un fratello dei miliardario Al Walid bin Talal – in una telefonata ha annunciato alla stessa emittente di aver deciso di aumentare fino a un milione di dollari la taglia per il sequestro di un militare israeliano, dopo che il religioso Awad al Qarni ha ricevuto minacce di morte per averne offerti centomila a qualsiasi palestinese catturi un soldato israeliano.

Condannata ex soldatessa per aver passato documenti alla stampa
Quattro anni e mezzo di carcere: questa la condanna inflitta sabato dal tribunale distrettuale di Tel Aviv alla ex soldatessa Anat Kam (nella foto sopra), giudicata colpevole di aver prelevato duemila documenti delle forze armate (in parte segreti) e di averli in seguito passati al quotidiano Haaretz. La Kam, secondo i giudici, ha agito sulla spinta di motivazioni ideologiche, nell’intento di mettere in cattiva luce il comportamento delle forze armate in Cisgiordania. Kam – che nel frattempo si è congedata dalle forze armate e ha intrapreso a sua volta una carriera giornalistica – è stata riconosciuta colpevole di aver Copiato segretamente migliaia di documenti negli anni 2005-2007, quando fungeva da segretaria nell’ufficio del comandante delle forze armate israeliane in Cisgiordania, gen. Yair Naveh.

Gli “indignados” tornano in strada a Tel Aviv
È tornata di nuovo in strada sabato sera in Israele la protesta contro il carovita e la sperequazione sociale. Trentamila persone, secondo una stima degli organizzatori dell’evento, hanno manifestato a Tel Aviv nella piazza che porta il nome del premier assassinato Yitzhak Rabin. Manifestazioni analoghe sono state indette anche in altri tre centri del paese, nel nord, nel sud e nel centro. Quella in programma a Beersheva, nel sud, è stata invece annullata per motivi di sicurezza in seguito ai tiri di razzi provenienti dalla striscia di Gaza.

Calma (precaria) tra Israele e Gaza dopo le bombe di ieri
Una calma precaria è tornata nel sud di Israele – dopo la pioggia di razzi palestinesi della scorsa notte – mentre da Gaza la Jihad islamica ha fatto sapere di essere disposta a una sospensione delle ostilità, sulla base di reciprocità con Israele. Il bilancio di queste ostilità è di nove miliziani palestinesi uccisi, assieme con un civile israeliano (ad Ashqelon). Fonti israeliane affermano che gli ultimi attacchi palestinesi sono avvenuti alle ore 7 locali (la stessa ora in Italia). Da Gaza fonti locali riferiscono che gli ultimi raid della aviazione israeliana si sono avuti nella nottata, mentre ora i velivoli di Israele di limitano a voli di ricognizione sulla Striscia. Radio Gerusalemme riferisce da parte sua che la diplomazia egiziana è intervenuta per mettere fine alle ostilità, rivolgendosi fra l’altro ai dirigenti della Jihad islamica non solo a Gaza ma anche a Damasco. A quanto risulta, anche Hamas ha fatto opera di convincimento sulla Jihad islamica affinché cessi gli attacchi sul Negev.

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