La Corte d’Appello del Tribunale di Perugia assolvendo i due imputati del delitto di Meredith Kercher, ha servito su un piatto d’argento la possibilità di rianimare il dibattito sulla riforma della giustizia italiana. Secondo l’ex guardasigilli, Angelino Alfano, è impensabile che in un sistema giudiziario i magistrati non paghino mai gli errori da loro commessi, ma non c’è bisogno di un genio per capire che il ragionamento del segretario Pdl è troppo semplicistico. Nella fattispecie infatti sono state le valutazioni, spesso scientifiche, a modificare il corso degli eventi in cui non è ravvisabile un errore dovuto ad una condotta dolosa di questo o quel magistrato; ragion per cui è del tutto inopportuno politicizzare questa sentenza.
Indipendentemente dalla fazione dei colpevolisti ed innocentisti, che inevitabilmente si è venuta a creare negli anni, dovuto anche e soprattutto alla grande attenzione mediatica che è stata prestato all’omicidio Kercher, è innegabile che in Italia una vera riforma del sistema giudiziario è quantomai necessaria; su questo sono pienamente favorevole. Bisogna innanzitutto però, fermarsi a riflettere sulle condizioni degli istituti di pena, dove su 70mila detenuti, quasi la metà sono in attesa di giudizio; e anche su questo, la Knox ci viene in aiuto visto che è stato detenuto per oltre mille giorni quando poi è stata ritenuta innocente.
Pensare a diversi modi di scontare la pena, non solo per i potenti, ma anche per chi ha commesso il piccolo reato; di recente abbiamo assistito al giovane che rubava un ovetto kinder, ed è assurdo che per un euro di danno vengano mobilitati giudici e polizia giudiziaria, con spese di cancelleria annessa. E il primo passo da fare per una riforma che garantisca più equità, è l’eliminazione della prescrizione; un reato che troppo spesso ha permesso a persone colpevoli di farla franca, e che è una palese contraddizione all’articolo 3 della Costituzione.
E’ oltremodo banale, utilizzare questa sentenza per tornare a parlare di legge-bavaglio. Ormai i motivi sono noti a tutti; la libertà di stampa(e d’espressione nel senso più allargato) per una parte del popolo è mera propaganda che combatte “la stampa nemica”, ma per un’altra parte è considerata come quel diritto fondamentale che permette a chiunque di esprimere la propria opinione, di rendersi partecipe nella comunità in cui vive. Mobilitiamoci ancora di più per far capire che la seconda partizione costituisce la stragrande maggioranza del popolo italiano.