Dice di essere stato trattato bene dai carcerieri di Hamas. Ma la verità è che, durante il volo che lo stava riportando in Israele, Gilad Shalit s’è sentito male. Vuoi per l’emozione. Vuoi per il frastuono. Vuoi per quelle condizioni di salute non proprio ottime, come invece avevano fatto credere da Gaza.
Ma al di là di questo, oggi è stata una giornata di festa in Israele. Un tripudio di bandiere e di abbracci, di sorrisi e di ottimismo. Non solo per la liberazione del caporale 25enne. Ma anche per il futuro della regione. Un giorno che resterà nella memoria collettiva di milioni di persone.
E’ finito un incubo lungo più di cinque anni. Gilad è tornato a casa. E il sito – quel sito: gilad.org – da oggi ha smesso di contare i giorni di prigionia di un povero ragazzo capitato nel luogo sbagliato al momento sbagliato.