“La Storia immortale crea strani effetti quando si intreccia con l’amore dei corpi mortali”: la spagnola Almudena Grandes lo scrive più volte in questo romanzo che intreccia interpretazione storica con il racconto di amori più o meno felici nell’epoca franchista. La sua tesi è che i desideri della “carne” influiscono sulla Storia quanto i fattori politico-economici. Desideri come l’amore di Dolores Ibàrruri, la grande leader della resistenza comunista spagnola, per l’insipido Paco Antòn, e l’attrazione di Carmen de Pedro, che la Ibàrruri nominò sua sostituta in Spagna, per Jesus Monzòn, per un breve periodo punto di riferimento della lotta clandestina contro Franco. Una tesi difficilmente plausibile dal punto di vista storico (se così fosse ci saremmo liberati di Berlusconi da un pezzo) giustificata dal marketing letterario che chiede più “carne” e meno Storia. In sostanza la Grandes mette in campo temi di tutto rispetto (la guerra civile spagnola e il ruolo della Spagna neutrale di Franco nella seconda guerra mondiale) ma scivola sulla buccia di banana del connubbio con il feuilleton.
La Storia: nel 1944 migliaia di guerriglieri della resistenza antifranchista in esilio in Francia, con l’appoggio del partito comunista, tornano in Spagna attraverso i Pirenei , invadendo la Val d’Aran. L’operazione fallirà e finirà con il rientro dei superstiti in Francia. In questo quadro si inserisce una terza storia d’amore, del tutto immaginaria ma “portante” per la struttura del romanzo: quella fra Inès, appartenente alla ricca borghesia falangista, trasformatasi in guerrigliera, e Galàn, comandante partigiano.
Le prime 200 pagine scorrono abbastanza veloci ma poi ha la meglio il mèlo fiacco del racconto di Inès, che la Grandes cerca di rinvigorire con l’espediente ormai abusato (e in questo caso decisamente stonato) dei manicaretti di cucina locale con cui Inès ingrassa il suo Galàn e tutti i guerriglieri. Fino al punto che la coraggiosa invasione pare più una scorribanda agrituristica che un’azione militare. E poi 741 pagine sono troppe per una trama claustrofobica, limitata nello spazio e nel tempo. Secondo l’intenzione della scrittrice spagnola, che ha al suo attivo decine di romanzi, questo dovrebbe essere il primo volume di un progetto narrativo composto da ben sei romanzi indipendenti dedicati all’esperienza franchista. Un progetto probabilmente più apprezzato in Spagna che da noi.