Cosa succede fuori?Elezioni in Marocco

Il Marocco è l’eccezione nello scenario della primavera araba ,oggi è chiamato alle urne e 13 milioni di elettori sono chiamati a eleggere i 395 deputati del Parlamento. In un primo momento si ipot...

Il Marocco è l’eccezione nello scenario della primavera araba ,oggi è chiamato alle urne e 13 milioni di elettori sono chiamati a eleggere i 395 deputati del Parlamento.
In un primo momento si ipotizzava che il problema maggiore sarebbe stato l’astensionismo degli aventi diritto al voto, ma per il momento fonti ufficiali dicono che alle 13 l’affluenza è stata attorno all’11,50% e si prevede un aumento dopo la preghiera del venerdì in quanto anche i privati hanno dato dei permessi ai propri dipendenti per andare a votare .
Queste elezioni sono importanti per il Marocco , in quanto, sono le prime elezioni dopo il referendum costituzionale del primo luglio , quello che segnò la fine della primavera araba pacifica del Marocco .
Il tutto grazie alle strategie riformiste del re Mohammed VI che anche a questo giro si è espresso in riguardo alle elezioni con un : “chiunque vinca non cambierò rotta , voglio trasformare il Marocco in un paese occidentale “.
Il Marocco ha un alto tasso di disoccupazione e di analfabetismo e il 20 percento della popolazione vive sotto la sogli di povertà.
Questo il re Mohammed VI lo sa ecco perché sta seguendo con apprensione le elezioni , ma lui è un re non un dittatore sanguinario come suo padre, lui è un sognatore e spera in un Marocco senza corruzione e vicino all’occidente .
Lui forse è preoccupato nel del dilagare di partiti islamisti moderati e per uno stato laico ,aperto e culturalmente dinamico dove l’economia cresce del 5 % anno questo potrebbe essere un problema .
Però il popolo è sovrano quindi dovrà basarsi sulla volontà del popolo e dei successivi schieramenti politico che si formeranno .
I partiti sono tanti, ma i maggiori e quelli più favoriti sono : Il partito degli islamici moderati, Giustizia e Sviluppo (Pjd), Istiqlal il partito nazionalista del primo ministro Abbas al Fassi, l’Unione socialista delle forze popolari , il Partito dell’autenticità e della modernità (Pam) e i liberali dell’Unione nazionale degli indipendenti.
Per il momento i favoriti sembrano i Pjd che si improntano un po’ sulla scia del partito tunisino di Ennahda.

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