L’agente MormoraPiù che il pacchetto sicurezza, al Viminale serve un pacchetto Office

Le ragazze dell’associazione universitaria degli Studenti Cinesi sarebbero dovute essere protagoniste di uno di quei tanti speciali di Mtv sui giovani di questo millennio eclettico e sgangherato. C...

Le ragazze dell’associazione universitaria degli Studenti Cinesi sarebbero dovute essere protagoniste di uno di quei tanti speciali di Mtv sui giovani di questo millennio eclettico e sgangherato. Così mi hanno invitato a cena da loro, in un appartamento in cui convivono ragazzi di tre nazionalità diverse. Menù del giorno: pollo, riso, verdure, pesce. Forchette e bacchette, perchè no? Dolci italiani, giacché l’integralismo culinario talvolta ha i suoi perchè: ma non è di fornelli multiculturali che vorrei parlarvi.

Per non fare la figura del tonto, poco prima dell’appuntamento, son corso sul sito del Ministero dell’Interno a ripassare le regole del Codice Civile in materia di cittadinanza. Il dibattito – come saprete – è aperto ed attuale, da tempo si formulano proposte di revisione della normativa. Esiste la campagna “l’Italia sono anch’io” promossa da diverse associazioni che si occupano di solidarietà, il documentario 18 Ius Soli sulle storie dei ragazzi nati in Italia da genitori stranieri. Pochi giorni fa il Capo dello Stato era stato chiaro, tornando su una sua vecchia presa di posizione a proposito del dibattito sulla cittadinanza agli italiani di nuova generazione:

«Sono convinto che i bambini e i ragazzi venuti con l’immigrazione facciano parte integrante dell’Italia di oggi e di domani, e rappresentino una grande fonte di speranza e di energia. A tutti gli adulti e gli anziani il compito di realizzare questo futuro». «Dobbiamo essere fieri del fatto che, pur mantenendo un legame con le origini, essi esprimano la volontà di diventare italiani. Dobbiamo sentire una forte responsabilità e un preciso dovere di non deludere questa fede nell’Italia».

Il sito del Ministero – uno s’immagina – dovrebbe essere chiaro sul tema, fornire un servizio in maniera impeccabile, per dire. Chi altri potrebbe esplicitare iter e regole, se non i burocrati del Viminale? Eccheddiamine. Nella pagina del sito dedicata al tema, campeggia “in primo piano” la guida «aggiornata» sulla cittadinanza, pubblicata un mese e mezzo fa. Al di là della discutibile scelta di offire una guida pratica in formato .ppt, cioè in Power Point (il Pdf, che orrore!), stupisce la didascalica chiarezza dei contenuti e la sobrietà austera della grafica. Per gustarvi le imperdibili animazioni cliccate qui e scorrete le slides, intanto ecco una delle 22 diapositive:

Un capolavoro postmoderno. In realtà, ad un’analisi più approfondita delle proprietà del documento, la guida risulta vecchia di cinque anni (data di creazione: lunedì 30 ottobre 2006) e banalmente editata di recente, tanto che persino il pacchetto Office del mio PC – non esattemente l’ultimo – ha qualche difficoltà con l’edizione in cui è stata realizzata la presentazione. Che dunque i tecnici del ministero abbiano aggiornato solo il logo del Ministero, oggetto di un recente restyling liberamente ispirato ad un progetto realizzato per la French Property Exhibition? (Qui tutta la polemica sulla somiglianza smaccata dei due loghi).

Insomma: davvero un bel pastrocchio, non vi pare? Per gli stranieri (a tavola le ragazze dell’associazione giurano di essere rassegnate ed ingolfate in un iter lungo ed estenuante) è già tanto complicato afforontare l’odissea buracratica che li porta ad ottenere la cittadinanza, perchè rintontirli con infomazioni così confuse? Proponiamo un patto tra italiani di nuova generazione e tecnici del Ministero. Uno scambio in prima regola: ai primi si dia la possibilità di ottenere la carta d’intentità in maniera più snella mentre ai secondi si permetta di conseguire in fretta la patente. Quella europea del computer, s’intende.

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