ITALIABILITY2011: l’anno horribilis dei pendolari

Per chi si muove in treno, il 2011 è stato l’anno horribilis che ha visto tagli dei collegamenti, diminuzione del numero dei convogli e aumento del costo dei biglietti in quasi tutte le regioni ita...

Per chi si muove in treno, il 2011 è stato l’anno horribilis che ha visto tagli dei collegamenti, diminuzione del numero dei convogli e aumento del costo dei biglietti in quasi tutte le regioni italiane. Una causa può essere trovata nella drastica riduzione delle risorse operata da parte del Governo Berlusconi prima e di quello Monti poi, ma non solo. Le continue carenze del servizio offerto da Trenitalia, che, priva di concorrenza e senza una gara in vista, non ha nessuna ragione per fare di più, fanno trapelare l’idea che i pendolari vengano considerati alla stregua di cittadini di serie B. Non è che ce l’abbiamo particolarmente con Trenitalia, ma non riusciamo a mandar giù che nel nostro paese la mobilità (e quindi, per sineddoche, la libertà) del cittadino sia compromessa dai disservizi e le negligenze del gestore monopolista.

Nel 2011 il numero dei pendolari è salito a 2milioni e 830mila, con una crescita del 7,8% rispetto agli ultimi due anni. Nel frattempo sono aumentati i tagli, con punte di un treno cancellato ogni cinque in Veneto. Anche il costo del biglietto è aumentato in maniera più o meno generalizzata. Se all’aumento del costo del biglietto corrispondesse un adeguato aumento della qualità del servizio, saremmo ben d’accordo, considerando che i nostri prezzi sono inferiori rispetto a gran parte degli altri grandi paesi europei. Ma come possiamo notare, la relazione qui da noi è inversamente proporzionale. Nelle regioni del Nord, per esempio, quelle che dovrebbero essere più vicine agli standard europei, la situazione è la seguente (con il Veneto che continua a essere la bestia nera):

– Veneto: tagli 19,5% – aumento biglietti 15%
– Piemonte: tagli 5% – aumento biglietti 10%
– Lombardia: tagli 0% – aumento biglietti 23,4%

Le politiche regionali sui trasporti non sono tra le più incoraggianti: gli stanziamenti per il servizio ferroviario pendolare, rispetto al bilancio regionale, sono stati dello 0,45% in Lombardia, lo 0,34% in Piemonte, fino ad arrivare allo 0,05% in Veneto. Nel complesso, i fondi statali destinati al trasporto ferroviario regionale, sono passati dai 2.028 milioni di euro del 2010 ai 1.566 milioni del 2011, mentre si continuano a spendere soldi per l’autotrasporto, con investimenti che premiano la strada a danno della ferrovia (oltre 4miliardi e 440milioni di euro spesi dal 2000 a oggi).

Siamo dunque sempre più lontani dalle città europee dove ci sono treni più veloci, moderni e capienti, e servizi integrati con gli altri mezzi di trasporto. Serve, e in fretta, un nuovo scenario per i pendolari italiani. Uno scenario che preveda certezze nelle risorse da parte del Governo e un maggior investimento da parte delle Regioni, che dovrebbero scegliere il trasporto ferroviario come priorità rispetto alla strada. Uno scenario che favorisca la concorrenza, con l’istituzione di nuove gare per togliere Trenitalia dal trono sul quale immeritatamente siede.

I dati che vi abbiamo fornito sono presi dal rapporto Pendolaria 2011, iniziativa promossa da Legambiente con l’obiettivo di mostrare la situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia.

Signor Rossi

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