Una firma di tutto riposoQuante divisioni ha la CGIA di Mestre?

Puntuale come Kant, tutti i sabati mattina la CGIA di Mestre esce con un’analisi e un comunicato stampa su temi rilevanti di politica economica. Questa settimana tocca agli incrementi di prezzo -da...

Puntuale come Kant, tutti i sabati mattina la CGIA di Mestre esce con un’analisi e un comunicato stampa su temi rilevanti di politica economica. Questa settimana tocca agli incrementi di prezzo -dal 1994 a oggi- nei settori protetti che dovrebbero essere (stati) liberalizzati. Nelle settimane scorse era toccato a temi disparati, dagli incassi di Equitalia all’andamento del credito alle piccole imprese.

Come negli altri casi, l’ufficio studi della CGIA propone un’analisi descrittiva di quanto accaduto rispetto ad un certo tema. Nel caso delle liberalizzazioni la CGIA confronta ad esempio l’andamento di prezzi e tariffe nei diversi settori regolamentati, confrontandoli con l’inflazione.

Intendiamoci: sono un tifoso sfegatato delle statistiche descrittive, che permettono di fare confronti veloci tra una grandezza e l’altra e di studiarne l’andamento nel tempo. La statistica descrittiva consente anche di indagare la correlazione tra una grandezza e l’altra, ad esempio se una sistematicamente cresce quando cresce anche l’altra, o viceversa. Ciò naturalmente non significa essere in grado di individuare in maniera soddisfacente i rapporti di causa ed effetto tra una grandezza e l’altra, ma conoscere i dati è già un ottimo punto di partenza.

Sacrosanta l’attenzione della CGIA di Mestre per le tematiche affrontate nei comunicati stampa del sabato mattina. La parola chiave è però questa: sabatomattina. La CGIA di Mestre di fatto occupa dal punto di vista mediatico questo spazio della settimana che –come noto a chi fa il mestiere di giornalista- è sempre relativamente privo di eventi “notiziabili”. L’impatto di questi comunicati stampa è notevole: ad esempio oggi –anche solo riferendosi ai giornali online- la CGIA ottiene senza colpo ferire di essere ripresa da Repubblica, Stampa e RaiNews, solo per fare tre nomi.

Ma la riflessione è questa: dal momento che c’è libera concorrenza nella produzione di informazione ed analisi, perché mai altre organizzazioni dotate di uffici studi e ricercatori volenterosi (dalle associazioni di categoria ai partiti politici, dai centri di ricerca ai blog economici come lavoce.info, noisefromamerika.org e nelmerito.com) non cercano di produrre e di diffondere contenuti politicamente rilevanti e –perché no?- statisticamente più sofisticati il sabato mattina?

O il sabato pomeriggio?

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