Si fa un gran parlare in questi giorni, in ambito politico e non, del pacchetto liberalizzazioni che dovrebbe dare una scossa all a stagnante economia italiana. Il decreto contenente queste misure dovrebbe essere varato entro venerdì 20 gennaio; si va dalle norme riguardante ai taxisti -dove sono in atto le polemiche più accese- alle sterili ipotesi di riforma riguardante gli ordini professionali. Nelle ultime ore però, prendono sempre più corpo, le possibilità che queste liberalizzazioni riguardino anche i servizi pubblici locali. E quando si parla di queste cose, s’inizia dai trasporti, ricordando le varie inefficienze dei sistemi pubblici in materia, per arrivare a teorizzare una liberalizzazione anche nel settore idrico.
Di recente è stato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, a lanciare la maxiproposta di liberalizzare tutto il possibile: dopo aver discusso di notai, farmacisti, taxisti ed energia, non ha resistito ed ha avanzato finanche l’ipotesi di intervenire nella gestione dell’acqua. Ma anche il ministro Passera e il sottosegretario Polillo hanno lasciato dichiarazioni concordanti con Catricalà. Quindi è messo fortemente in discussione il referendum del 12 e 13 giugno, nel quale i cittadini hanno deciso implicitamente che tutti i servizi pubblici debbano rimanere di proprietà pubblica e non svenduti al miglior offerente, ed a maggior ragione viene messo a dura prova il quesito riguardante la gestione dell’acqua pubblica, inteso come bene comune e come una delle pietre miliari di una democrazia degna di tal nome.
Il movimento dell’acqua pubblica, sul suo forum, ha già espresso un grande dissenso verso queste ipotesi di risanare il debito attraverso un raggiro del voto referendario, dove ben 27 milioni di cittadini si sono espressi per la ripubblicizzazione del servizio idrico.” Metteremo in campo ogni strumento utile alla difesa dei referendum, a partire dalla campagna di obbedienza civile lanciata da noi del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua”. Con queste parole, e ricordando l’emergenza democratica che rappresenta l’applicazione del referendum, il Forum chiede un incontro con il Presidente Monti, ed ammonisce chiunque stia pensando di tradire il risultato delle urna.
Ragion per cui, il Governo ci pensi bene prima di adottare una mossa (che definire scellerata potrebbe essere poco) in grado di attirarsi le ira di una moltitudine di cittadini. I cani da guardia su queste misure potrebbero essere davvero milioni e milioni, e le proteste sarebbero di gran lunga più elevate di quelle dei taxisti.