Trieste ha un triste primato: ospita l’unico esempio di lager nazista in Italia. La Risiera di San Sabba è un edificio risalente al 1913 dove veniva realizzata la pilatura del riso. Dopo l’8 settembre del 1943 la Venezia Giulia passò sotto il dominio del Reich e i nazisti utilizzarono la Risiera come Polizeihaftlager, ovvero Campo di detenzione di polizia.
All’interno della Risiera venivano raccolti i beni razziati dai nazisti, ma qui vennero anche rinchiusi ed eliminati triestini, friulani, istriani, sloveni e croati. Fra di loro c’erano militari, partigiani, prigionieri politici ed ebrei. E per molti di loro la Risiera fu solamente l’anticamera della deportazione nei campi di concentramento in Germania e Polonia.
L’essiccatoio della struttura venne trasformato in forno crematorio all’inizio del 1944. Il forno entrò in funzione il 4 aprile dello stesso anno, quando nella Risiera vennero cremati i cadaveri di settanta ostaggi fucilati il giorno prima nel poligono di tiro di Opicina, sul Carso triestino.
La Risiera di San Sabba a Trieste. Sulla parete esterna sono visibili i resti del forno crematorio (foto: Pier Luigi Mora).
Come racconta il documento “Risiera di San Sabba – monumento nazionale”, realizzato da Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste con la supervisione della Commissione del Civico Museo di San Sabba,
sul tipo di esecuzione in uso, le ipotesi sono diverse e probabilmente tutte fondate: gassazione in automezzi appositamente attrezzati, colpo di mazza alla nuca o fucilazione. Non sempre la mazzata uccideva subito, per cui il forno ingoiò anche persone ancora vive. Fragore di motori, latrati di cani appositamente aizzati, musiche, coprivano le grida ed i rumori delle esecuzioni.
Il numero delle persone che sono state uccise in Risiera non è ancora certo:
calcoli effettuati sulla scorta delle testimonianze danno una cifra tra le tre e le cinquemila persone soppresse in Risiera. Ma in numero ben maggiore sono stati i prigionieri e i “rastrellati” passati dalla Risiera e da lì smistati nei lager al lavoro obbligatorio.
L’edificio del forno crematorio e la connessa ciminiera vennero distrutti con la dinamite dai nazisti in fuga nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945.
Il 15 aprile del 1965 il Presidente della repubblica Saragat dichiarò la risiera di san Sabba Monumento Nazionale in quanto “unico esempio di Lager nazista in Italia“.
Come ricorda la Comunità ebraica di Trieste sul suo sito, nel capoluogo giuliano
il Giorno della memoria assume un particolare valore di riflessione. La Shoah ha infatti inferto una ferita profonda e dolorosa alla Comunità ebraica locale. Almeno un migliaio di ebrei triestini fu vittima della macchina di sterminio nazista. Soltanto 19, in maggioranza donne, hanno fatto ritorno dai campi nazisti e hanno potuto testimoniare l’orrore subito. Per gran parte di loro, come per tantissimi altri ebrei, il viaggio della morte in direzione Auschwitz o Dachau prese il via proprio dalla Risiera.