Ora che la Consulta ha bocciato i quesiti referendari sulla legge elettorale, è facile imbattersi in social – affermazioni di questa risma: “la Corte Costituzionale non rispetta l’esercizio democratico degli italiani”. Ci si mette anche Di Pietro: “l’Italia verso una deriva antidemocratica”. Questi virgolettati, che trovano terreno fertile e si riproducono nel clima generale di antipolitica e anticasta, sono elementi di quella deriva antidemocratica che pretendono di condannare.
Infatti, dimenticando che una raccolta firme non è condizione sufficiente, ma solo necessaria, all’esercizio democratico referendario, si dimentica pure che la Consulta è figlia della Costituzione. E, al momento, non ci risultano tanti altri baluardi a difesa della nostra democrazia.
Le frasi di Di Pietro e di tanti referendari ci mandano a dire che ce ne vorranno, di anni, perché il paese si scrolli di dosso i vizi del giustizialismo, ormai entrati nel patrimonio genetico del quotidiano. Ce ne vorrà, prima che il rispetto delle sentenze non sia un’eccezione (invocata per qualcuno) ma la regola.
12 Gennaio 2012