Il sapere dei classici«Non si può discendere due volte nello stesso fiume» (Eraclito. Ma anche Randy e Steve)

Capita che, all’inizio dell’anno, si riparta tutti con (ritenuti) ottimi propositi. Sarà perché il clima natalizio induce ad una maggiore magnanimità. Oppure sarà perché, durante la canonica settim...

Capita che, all’inizio dell’anno, si riparta tutti con (ritenuti) ottimi propositi.
Sarà perché il clima natalizio induce ad una maggiore magnanimità.

Oppure sarà perché, durante la canonica settimana di vacanza (l’ultima di dicembre oppure la prima di gennaio) una maggiore calma aiuta lo spirito a più nitidamente passare in rassegna i propri pensieri.

Ho tanti esempi, sentiti da amici o da miei colleghi avvocati.
Di seguito i più significativi, tra i più nobili o meno nobili, ma tutti iniziano con un bel «VOGLIO»

  • «VOGLIO fare una bella dieta»;
  • «VOGLIO andare in palestra almeno due volte alla settimana perché mi sono iscritto a settembre e non ci sono ancora andato»;
  • «VOGLIO andare a messa, caschi il mondo, ogni domenica; l’anno scorso l’ho saltata troppe volte»;
  • «VOGLIO dedicarmi di più alla mia attività di volontariato, non voglio farmi troppo assorbire dal lavoro»;
  • «VOGLIO dedicarmi di più alla mia famiglia, non voglio farmi troppo assorbire dal lavoro e dal volontariato»;
  • «VOGLIO comportarmi meglio con i miei suoceri, anche se proprio non li posso vedere».

Anche io, non ve lo nascondo, mi sono imposto una buona azione che fra poco vi svelerò, ma prima faccio una breve considerazione.

Dati di esperienza mi suggeriscono che ben poco degli ottimi propositi di cui sopra viene poi effettivamente mantenuto.
Siamo schiavi di un continuo «voglio fare», pensando al futuro, ma, molte volte, non facciamo proprio un bel niente.
Ci dimentichiamo che il futuro è un’ipotesi, mentre il reale, il concreto, è il presente (questo preciso momento in cui, caro lettore, mi stai leggendo).
Presente che, vissuto senza usare la testa per fare ciò che davvero avremmo voluto per quell’unico irrepetibile momento, degenera in un’alluvione di occasioni sprecate per fare del bene.
E che, tutte insieme, compongono un passato di insoddisfazioni di cui, presane talvolta coscienza, viene una gran fretta di farne piazza pulita.

Ma quando viviamo per davvero?

C’è un antidoto a questo altalena.
Mai ci possiamo immergere nello stesso fiume, leggiamo in un frammento di Eracalito di Efeso.
La seconda volta, infatti, il luogo potrà anche essere lo stesso, ma, quello che davvero importa, è che le acque del fiume e, soprattutto, noi stessi, saremo cambiati. Di poco o di moltissimo, ma comunque saremo cambiati.

Ecco perché diviene salvifico, per il nostro spirito, vivere oltre al 100% il presente momento, quello in cui la lancetta dei secondi fa tic.

Perchè altrimenti è un’opportunità perduta che mai più si ripeterà e, quando ce ne renderemo conto, visto che sarà troppo tardi, saremo alle prese con un altro proposito che non manterremo.

Ecco allora mio buon proposito: provare a vivere ogni momento della vita come se fosse l’ultimo da vivere.

Ci ho già provato: aiuta a concentrarsi, e sgombra la testa da ambizioni e rancori futili o infondati.

Basta porsi, ogni giorno, piccole mete, piccoli traguardi, piccole buone azioni: sarà più facile, nel piccolo, poggiare un piccolo mattone.

Uno dopo l’altro, avremo costruito una solida torre.

L’ha scritto Eraclito.

L’ha predicato Randy Paush.

L’ha fatto Steve Jobs.

Χαίρε,
Marco Sartori

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