Bevi la coca cola che ti fa bene
Bevi la coca cola che ti fa digerire(Vasco Rossi, Bollicine)
No, non basterebbe. Non basterebbe tutta la Coca Cola del mondo per digerire l’indigeribile classifica sui “cento dischi italiani più belli di sempre” stilata da Rolling Stone. Bastano invece pochi sguardi, quelli sì, per farsi venire l’orticaria. Quella che ti viene, per intenderci, quando scorrendo le prime cinque posizioni della classifica trovi, anziché Rimmel di De Gregori, Lorenzo 1994 di Jovanotti. O quando noti che c’è Mentre tutto scorre dei Negramaro e non El topo grand hotel dei Timoria. O quando ancora ti accorgi che, di cento caselline, nemmeno una sia stata usata per inserire uno dei tanti dischi-capolavoro di Roberto Vecchioni.
Ma cominciamo dall’inizio. Rolling Stone, per festeggiare la sua centesima copertina, ha chiesto a cento giudici di esprimere un parere sui migliori dischi italiani di sempre. La regola è che in classifica non entri più di un album per artista. Così si penalizza chi avrebbe piazzato più di un album in top 100, ma almeno si dà spazio (giustamente?) ad un numero maggiore di musicisti. La classifica si muove tra generi e decenni diversi con una certa nonchalance: pop, rock, prog, house, cantautorale, punk, rap, reggae. il risultato è una fotografia fedele delle diversità stilistiche offerte dalla musica italiana, ma non senza un certo numero di omissioni decisive – e di intromissioni nocive.
Del resto, come tutte le classifiche, anche questa è fatta per far discutere. Obiettivo che raggiunge senza particolare sforzo. La musica, in fondo, non è matematica. Proprio per questo ha il potere di scatenare oceaniche discussioni da bar che manco il pallone. E così, solo a leggere le prime dieci posizioni, ci sarebbe di che parlare per un anno intero. Non infieriamo per ora su Vasco Rossi (la scelta si commenta da sola, e in più Bollicine non è neanche il suo disco migliore). Passi per Capossela e Celentano, anche se non crediamo si meritino la top ten. Apprezziamo la presenza di Area, Diaframma e Csi. Ma davvero Jovanotti ha realizzato il quinto disco più bello della storia della musica italiana? Nutriamo qualche ragionevole dubbio.
Ecco la classifica completa.
1. ROSSI, Vasco: Bollicine
2. BATTIATO, Franco: La voce del padrone
3. BATTISTI, Lucio: Una donna per amico
4. DE ANDRE’, Fabrizio: Crêuza de mä
5. JOVANOTTI: Lorenzo 1994
6. CAPOSSELA, Vinicio: Ovunque proteggi
7. DIAFRAMMA: Siberia
8. CSI – CONSORZIO SUONATORI INDIPENDENTI: Linea gotica
9. AREA: Arbeit Macht Frei
10 . CELENTANO, Adriano: Adriano Celentano con Giulio Libano e la sua orchestra
11. LIGABUE, Luciano: Buon compleanno Elvis
12. CCCP FEDELI ALLA LINEA: 1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggiore età
13. BENNATO, Edoardo: I buoni e i cattivi
14. GAETANO, Rino: Mio fratello è figlio unico
15. ELIO E LE STORIE TESE: Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu
16. SUBSONICA: Microchip emozionale
17. DANIELE, Pino: Nero a metà
18. MASSIMO VOLUME: Stanze
19. VERDENA: WoW
20. DE GREGORI, Francesco: Rimmel
21. BAUSTELLE: La malavita
22. TENCO, Luigi: Luigi Tenco
23. OFFLAGA DISCO PAX: Socialismo tascabile
24. BERTE’, Loredana: Traslocando
25. SANGUE MISTO: SxM
26. ZUCCHERO: Oro, incenso e birra
27. FINARDI, Eugenio: Sugo
28. CAPAREZZA: Verità supposte
29. GUCCINI, Francesco: Via Paolo Fabbri 43
30. TEATRO DEGLI ORRORI: A sangue freddo
31. BLACK BOX: Dreamland
32. CONSOLI, Carmen: Confusa e felice
33. 3 ALLEGRI RAGAZZI MORTI: La testa indipendente
34. CASINO ROYALE: Sempre più vicini
35. ZERO, Renato: Zerofobia
36. ALMAMEGRETTA: Sanacore
37. CAPUTO, Sergio: Un sabato italiano
38. NEGRAMARO: Mentre tutto scorre
39. FRANKIE Hi-NRG: La morte dei miracoli
40. DALLA, Lucio: Lucio Dalla
41. AFTERHOURS: Non è per sempre
42. GAZNEVADA: Sick Soundtrack
43. LINEA 77: Horror vacui
44. PFM: Storia di un minuto
45. FAUST’O: Suicidio
46. LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA: Canzoni da spiaggia deturpata
47. FABRI FIBRA: Controcultura
48. GABER, Giorgio: Far finta di essere sani
49. 99 POSSE: Curre curre guaglió
50. FOSSATI, Ivano: Panama e dintorni
51. LE ORME: Uomo di pezza
52. SORRENTI, Alan: Aria
53. 883: Hanno ucciso l’Uomo Ragno
54. RUGGERI, Enrico: Vai Rrouge!
55. GARBO: A Berlino… va bene
56. AUTORI VARI: Rock ’80 / Rockerilla: Gathered
57. CALIFANO, Franco: Tutto il resto è noia
58. POOH: Parsifal
59. GOBLIN: Profondo rosso
60. FERRO, Tiziano: Nessuno è solo
61. GRAZIANI, Ivan: Pigro
62. CAMERINI, Alberto: Rockmantico
63. VANADIUM: A Race with the Devil
64. BALLETTO DI BRONZO: Sirio 2222
65. KRISMA: Chinese Restaurant
66. SKIANTOS: Kinotto
67. LOLLI, Claudio: Ho visto anche degli zingari felici
68. MARLENE KUNTZ: Il vile
69. NEGAZIONE: Lo spirito continua
70. CONTE, Paolo: Concerti
71. NANNINI, Gianna: Latin Lover
72. MATIA BAZAR: Tango
73. PRAVO, Patty: Patty Pravo
74. ELISA: Pipes & Flowers
75. MORANDI, Gianni: Gianni Morandi
76. ORNELLA VANONI: La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria
77. NEGRITA: Reset
78. CREMONINI, Cesare: Maggese
79. FORTIS, Alberto: Alberto Fortis
80. PAOLI, Gino: Gino Paoli allo Studio A
81. MINA: Live ’78 Bussoladomani
82. GIARDINI DI MIRO’: Punk… Not Diet!
83. NUOVA COMPAGNIA CANTO POPOLARE: La gatta Cenerentola
84. GIURATO, Flavio: Il tuffatore
85. BIGLIETTO PER L’INFERNO: Biglietto per l’inferno
86. LITFIBA: 17 re
87. SQUALLOR: Pompa
88. PERTURBAZIONE: In circolo
89. GANG, THE: Le radici e le ali
90. CIAMPI, Piero: Io e te abbiamo perso la bussola
91. TOZZI, Umberto: Gloria
92. BANCO DEL MUTUO SOCCORSO: Darwin!
93. BLUVERTIGO: Metallo non metallo
94. CARBONI, Luca: Carboni
95. ZEN CIRCUS: Andate tutti affanculo
96. AFRICA UNITE: Un sole che brucia
97. JANNACCI, Enzo: Quelli che…
98. PROZAC+: Acidoacida
99. BIANCHI, Maurizio: Mectpyo Bakterium
100 .VENDITTI, Antonello: Sotto il segno dei pesci
I pesi massimi ci sono tutti, tranne uno: Roberto Vecchioni, che vince la palma di “grande escluso”. Possibile che nessuno dei dischi del professore meritasse una menzione? De Gregori resta, con somma ingiustizia, fuori dalle primissime posizioni. Così come la Pfm, gli Afterhours e Giorgio Gaber, relegati oltre il 40esimo posto. Che dire poi di Paolo Conte? Il cantautore italiano più apprezzato nel mondo finisce nei bassifondi dell’elenco rollingstoniano. Soprendono anche alcune defezioni eccellenti: dove sono Bruno Lauzi, Sergio Endrigo e Domenico Modugno?
Dal decennio 2000-2010, i giurati hanno pescato diversi dischi. Ma non sempre con scelte felici. Bene La testa indipendente dei Tre allegri ragazzi morti, A sangue freddo de il Teatro degli Orrori e La malavita dei Baustelle. Sorprende Wow dei Verdena, disco massiccio che conquista addirittura la 19esima posizione. Convincono meno, per usare un eufemismo, Nessuno è solo di Tiziano Ferro, Mentre tutto scorre dei Negramaro, Verità supposte di Caparezza e Controcultura di Fabri Fibra. Intendiamoci, sono tutti buoni dischi, apprezzati e venduti. Ma il loro peso specifico, rapportato alla storia della musica nostrana, è molto basso. Non si spiega invece la scelta di Horror Vacui dei Linea 77 – uno dei loro peggiori album -, mentre segnaliamo la mancanza di un capolavoro come Fluxus (2002), dell’omonima band punk noise torinese.
Daniele Silvestri e Samuele Bersani hanno qualcosa da recriminare: con Unò-dué (2002) e Freak (1995) avrebbero forse meritato un posticino nei cento. Anche dei Ritmo Tribale si sente la mancanza. E i Timoria? Nel 2001, con il concept El topo grand hotel hanno scritto una pagina importante del rock d’autore italiano, al pari dei Negrita di Reset (che però è in classifica, al 77° posto). L’hip hop è rappresentato degnamente da Sangue Misto, Frankie Hi-Nrg e Fabri Fibra. Ma si sente la mancanza di Mi fist dei Club Dogo e soprattutto di Dio Lodato, album postumo del rapper bolognese Joe Cassano. Giorgio Canali è già ampiamente rappresentato dalle sue band, Cccp e Csi, entrambe nella top 15. Il suo Nostra signora della dinamite, però, è tra i cinque album più belli degli ultimi dieci anni e avrebbe meritato l’ingresso in lista. Magari al posto di Sotto il segno dei pesci di Venditti, o del sopravvalutato Maggese di Cesare Cremonini (piuttosto avrei messo …Squérez? dei Lunapop).
Infine, c’è un altro grande escluso: il folk. Comprensibile – anche se non condivisibile, almeno dal sottoscritto – la mancanza di un disco di Davide Van De Sfroos. Il cantautore laghèe, che è stato conosciuto (e riconosciuto) grazie alla sua partecipazione nell’ultimo festival di Sanremo, ha alle spalle una lunga carriera musicale – e uno tra Pica! e Manicomi, due dischi eccezionali e unici nel loro genere, avrebbe potuto entrare in classifica. Meno comprensibile, invece, l’esclusione dei Modena City Ramblers e del loro Riportando tutto a casa (1994), album tanto bello quanto influente per decine e decine di band nell’ultimo ventennio.
Non ho approfondito, volutamente, l’argomento Vasco Rossi. Il pensiero che Bollicine sia quanto di meglio la musica italiana abbia saputo offrire dalla morte di Giuseppe Verdi in poi mi mette i brividi. La scelta, ahimé, si commenta da sola. Comunque, nel caso non siate ancora convinti, qua sotto c’è Bollicine (la canzone simbolo del disco). Ascoltatela con orecchie nuove e fatevi un esame di coscienza, signori miei. Poi riponete la Coca Cola in frigo, e andate a prendervi un Alka Seltzer.
N.b.: All views are my own, not Linkiesta’s (e infatti il direttore Jacopo Tondelli era tra i giurati, prendetevela con lui).