Storia MinimaAprire bocca e dare aria ai denti, il caso di Lucia Annunziata

Lucia Annunziata, per spiegare quanto deve essere libera l’opinione in Rai e quanto vane siano le polemiche, ha detto giovedì sera a "Servizio Pubblico", la trasmissione diretta da Michele Santoro:...

Lucia Annunziata, per spiegare quanto deve essere libera l’opinione in Rai e quanto vane siano le polemiche, ha detto giovedì sera a “Servizio Pubblico”, la trasmissione diretta da Michele Santoro: “Avrei difeso Celentano anche se avesse detto che i gay vanno mandati nei campi di sterminio”. Trovo significativo che non abbia scelto come “categoria” i disabili, oppure gli ebrei. Alle volte l’autocensura non indica solo che si sono superati dei pregiudizi. Al contrario: quei pregiudizi sono così profondi che per riscuotere consenso si nomina la categoria, o la presunta categoria, più discutibile, quella su cui si sa a priori che un po’ di consenso si avrà. (Non ragiona così del resto anche Carlo Giovanardi?)

Poi per correggersi, e siccome era necessario recuperare sul piano della libertà di espressione e probabilmente pensando così di rovesciare l’impressione suscitata dall’affermazione precedente ha aggiunto: “La questione dei contenuti è in un qualche modo secondaria rispetto al diritto di parola in un servizio pubblico”.

Molti si sono concentrati sulla prima affermazione.

A me sembra anche altrettanto discutibile la seconda ed è significativo, invece, che sulla seconda sia prevalso il silenzio.

Questo mi preoccupa assai specie in un tempo in cui i principi mi sembrano alquanto incerti e confusi e dove il diritto di parola è identificato con lo “spararla grossa”.

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