Direbbe un trinariciuto che l’è tutta fuffa. Quelle che chiamano liberalizzazioni e financo la lotta in diretta tv all’evasione fiscale ce le hanno messe in mezzo solo a far consenso. Stampa e propaganda. Questi hanno l’agenda corta, e pure essenziale. Mandarci in pensione post mortem; e farci licenziare praeter (e possibilmente praeter assai). Fatte queste due cosette, monumento equestre e Consiglio di Stato; che al governo a lavoro sporco fatto ci tornano quegli altri.
Ingeneroso il trinariciuto. Non coglie la spinta ideale. Ideologica, puranco. Tu chiamale se vuoi liberalizzazioni. Poi magari sono tutt’altro, che aumentare in cifra licenze e patenti e autorizzazioni varie mantenendole tali non è propriamente liberalizzare. Però è dai tempi del rinnegato Kautsky che a sinistra si fa uguale. Tutte le volte che gli toccava di decidere difficile lo chiamavano riformismo; che dire giusto riforma o modifica legislativa mancava di pathos e andava bene solo se le pensioni invece di abbassarle le aumentavi. Sbandierando liberalizzazioni questi, in fondo, fanno uguale.
E poi c’è lo Stato finalmente usato per redistribuire. Reddito, naturalmente. Taglia di un magari 5-10% il reddito dei farmacisti e dei notai che ci sono, e lo concede a qualche migliaio di nuovi adepti. La chiama liberalizzazione, e invece è sostegno all’occupazione e principio di redistribuzione egualitaria del reddito. Obietta il trinariciuto che sono pur sempre farmacisti e notai, mica lumpen o anche solo metalmeccanici. Il che, come già diceva ai tempi La Malfa, dimostra solo che la trinarice impedisce la vista sul progresso, che è società di servizi e non più di produzione. E che lui e il sindacato suo capiscano, e infine si adeguino.
Infine c’è vera giustizia sociale. Se e sottolinea se la lotta all’evasione avrà successo, si abbassino le aliquote . Non, come farebbe un qualsiasi reaganiano d’accatto, giusto ai più ricchi. Ma esclusivamente ai più poveri. Tre per cento in meno sui redditi da 0 a 15.000 Euro. Dal 23 al 20%. Se non fosse che Tremonti l’aveva già proposta uguale, ci sarebbe di che far arrossire Robin Hood.
Che il trinariciuto non rompa dunque le scatole con la riforma del lavoro. Si ricordi almeno che la riforma più forte che dicendosi riformista fece quell’Altro fu di segare la scala mobile; e che lui già allora straperse. Certe cose, quando ci vogliono, o meglio quando te le chiedono, s’hanno a fare.
Forte radicamento ideologico. Uso dello Stato come macchina di redistribuzione della ricchezza. Obiettivi forti di giustizia sociale. Dice il mio padrone, sinistro ma (a suo dire) non trinariciuto, che dopo tanto tentare forse ci siamo. Al netto di un qualche tentativo indegno di nota, sarebbe la prima volta. E’ dal dopoguerra, dice il padrone, che lo si aspetta. Finalmente un Governo Socialista.