Il posto fisso è il vizio dei padri: basta con gli schiaffi ai giovani. Così Antonio Polito sul Corriere della Sera in data 7 febbraio. Più che colpevolizzare i giovani accusandoli di essere indolenti e mammoni è meglio riflettere sul fatto che molti di loro pagano un approccio educativo inadeguato delle famiglie d’origine e che sono immersi in un sistema che tende a deresponsabilizzarli e a tenerli ai margini del mercato del lavoro. In un dualismo iniquo che difende chi è dentro il mondo del lavoro a scapito di chi è fuori: sbilanciato sulla flessibilità in entrata e bloccato sull’articolo 18.
Ben venga allora qualche sferzata per provocarli ad affrontare il mondo e a prendere iniziativa: ricordiamoci però che i giovani non si educano con le prediche di chi magari vive di posti fissi e inamovibili sotto casa, ma con l’esempio di chi costruisce un bene per sé e per tutti e sa accompagnarli in un percorso formativo e professionalizzante, offrendo loro valide opportunità.