Gorky ParkPutin usa la propaganda ma questa volta il complotto potrebbe essere vero

Questa la notizia, via TMnews.  I servizi segreti russi e ucraini hanno sventato un tentativo di assassinio del primo ministro russo Vladimir Putin organizzato da un gruppo islamico. Lo ha riferito...

Questa la notizia, via TMnews. I servizi segreti russi e ucraini hanno sventato un tentativo di assassinio del primo ministro russo Vladimir Putin organizzato da un gruppo islamico. Lo ha riferito la televisione locale, precisando che l’attentato avrebbe dovuto essere compiuto dopo le presidenziali del 4 marzo. I servizi segreti ucraini hanno scoperto questo complotto dopo un’esplosione in un appartamento a Odessa, nel sud dell’Ucraina, che ha fatto una vittima. Altre due persone sono state arrestate e, secondo la rete Pervyi Kanal, hanno affermato di lavorare per il leader islamico Doku Umarov, nemico numero uno del Cremlino. “L’obiettivo finale era andare a Mosca e tentare di assassinare il primo ministro Vladimir Putin”, ha detto il terrorista Adam Osmaev, nelle immagini dell’interrogatorio mostrate dalla tv. Osmaev aveva il ruolo della formazione dei terroristi a Odessa, destinati a Mosca. Il primo canale russo ha sottolineato la coordinazione dei servizi segreti ucraini e russi per sventare i piani dei terroristi che stavano preparando un attentato contro Vladimir Putin. Tra i materiali trovati in un pc, l’attacco al corteo blindato di Putin, che in auto attraversa ogni giorno la città con una notevole scorta di uomini armati. A Odessa, in particolare, sono stati catturati alcuni uomini che erano sulla lista internazionale dei ricercati, come lo stesso Osmaev. Dalla loro testimonianza si è saputo che per portare a termine l’intento criminale, stavano andando a Mosca e intendevano colpire subito dopo le elezioni presidenziali del 4 marzo, dove Putin è favorito, ma per la prima volta in 12 anni incontra un fortissimo dissenso e una forte odata di opposizione. Ai primi di febbraio, i media ucraini avevano riferito di un’operazione speciale a Odessa, in cui i soldati delle forze speciali “Alpha” avevano arrestato due sospetti ribelli delle organizzazioni terroristiche. All’inizio di gennaio, la Direzione Generale degli Affari Interni ucraini nella regione di Odessa ha aperto un’inchiesta penale in merito a un’esplosione e un incendio in una casa lungo la strada verso Tiraspol. Era morto un uomo russo di 26 anni e un cittadino kazako era rimasto gravemente ferito. Il terzo ospite era sparito. L’esplosione è avvenuta durante la fabbricazione di ordigni esplosivi, secondo le forze di sicurezza. “L’uomo morto era l’attentatore suicida pronto ad entrare in azione” ha detto Osmaev, aggiungendo “ma non sarebbe andato”.

Un paio di considerazioni. Svelare un complotto del genere in televisione a una settimana dal voto non può far pensare ad altro che alla guerra di propaganda del Cremlino. Sarebbe però un errore, visto che il terrorismo indipendentista nel Caucaso è una realtà e la lunga scia di sangue che ha lasciato in questi decenni a Mosca e dintorni ne è la prova. Sono saltati in aria politici, deputati, governatori regionali, militari, civili, donne e bambini. Attaccare la colonna presidenziale sembrerebbe una follia, come poteva sembrarlo quella di prendere in ostaggio centinaia di spettatori in un teatro nel centro di Mosca (Dubrovka 2002) e ancor più quella di sequestrare oltre mille bambini in una scuola elementare (Beslan 2004), per non parlare delle bombe piazzate in metropolitana, aerei fatti esplodere e via dicendo (qui un breve riassunto). Certo, alla vigilia delle elezioni del 4 marzo un po’ di pubblicità allo Zar non guasta, ma dando un’occhiata alle dichiarazioni di Doku Umarov e dei suoi compari che vogliono un califfato caucasico non ci si dovrebbe stupire troppo se qualcosa nel piano per uccidere Putin fosse vero.

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