Il prossimo 11 marzo sarà passato un anno esatto dallo tsunami che sconvolse il Giappone, causando più di quindicimila morti accertate e lasciando dietro di sé, oltre distruzione e tremila persone ancora nella lista dei dispersi, anche la paura di un disastro nucleare nella centrale di Fukushima. I reporter dell’agenzia Reuters sono tornati sui luoghi del disastro e hanno fotografato gli stessi paesaggi protagonisti degli scatti fatti poche ore dopo lo tsunami. Il lavoro di ricostruzione appare impeccabile: non c’è più traccia della furia del mare né del terremoto di 9 gradi della scala Richter che scatenò il disastro. Il governo giapponese, pesantemente accusato anche dai media nipponici per la poca chiarezza data al rischio Fukushima, ha svolto un lavoro preciso e veloce, dando la possibilità agli sfollati di tornare dopo pochi mesi nelle proprie case o regalando loro nuove unità abitative. Impossibile non fare paragoni con quanto successo all’Aquila dopo il terremoto del 2009. Ancora oggi il centro della città abruzzese è inagibile e molte persone sono costrette ad abitare lontano da quella che fino a poco tempo fa era la loro casa. Per non citare gli sfollati del terremoto dell’Irpinia del 1980 obbligati dopo trent’anni a vivere in dei container. Queste foto dal Giappone rendono l’idea di come con dedizione e caparbietà si può ricostruire con velocità in seguito a un disastro naturale.
Crediti foto: Reuters