Accadde a Guadalajara, in Messico, nell’ormai lontano 1970: il nazionale verdeoro Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelé, si elevò per colpire di testa un cross indirizzato dentro l’area di rigore dell’Inghilterra dal compagno di squadra Jairzinho, abile a sfuggire alla marcatura di Cooper, il suo dirimpettaio su quella fascia. Era goal. Anzi: sembrava fosse goal. Mentre il fuoriclasse brasiliano stava per esultare Gordon Banks, l’estremo difensore britannico, una volta compreso che non si trattava di un tiro diretto alla sua porta bensì di un traversone schizzò da un palo all’altro, riuscendo incredibilmente a deviare la sfera oltre la linea del campo.
“Quando Jairzinho ha calciato il pallone, ho cominciato a indietreggiare verso la porta. Poi ho valutato la traiettoria: era impossibile che qualcuno potesse raggiungerla. A quel punto ho visto Pelé. Sembrava arrampicarsi verso il cielo sempre più in alto, finché ha raggiunto il pallone e lo ha colpito con tutta la forza che aveva in corpo. E io sono andato a prenderlo“. Questa era la versione raccontata dal diretto interessato, il baronetto Banks, onoreficenza che gli venne concessa dopo che quattro anni prima, proprio in Inghilterra, era stato uno dei protagonisti principali dell’unico mondiale vinto sino ad oggi dai sudditi della Regina.
In quella manifestazione aveva subito soltanto tre reti, confermando la bontà della scelta di Alf Ramsey, ex difensore della sua stessa nazionale, che aveva deciso di arruolarlo per quella missione nel lontano 1963. Esordì con una sconfitta per 2-1 contro la Scozia (6 aprile), chiuse la propria esperienza con quella maglia contro lo stesso avversario ma con un successo (1-0, 27 maggio 1972). Nel mezzo ci furono altre 71 partite giocate, la conquista di una Coppa Rimet, un terzo posto agli Europei disputati in Italia nel 1968 e l’eliminazione ai quarti di finale nei successivi mondiali del Messico nel 1970, per mano di quella Germania Ovest sconfitta nella precedente finalissima.
A onor del vero contro i tedeschi non prese parte a quell’ultimo incontro: a causa di un’indisposizione le sue apparizioni terminarono proprio a Guadalajara, nel match che mise a confronto i campioni in carica contro la Cecoslovacchia (11 giugno 1970).
Quattro giorni prima, come descritto, Gordon Banks fu autore di quella che passò alla storia come una delle più belle dell’intera storia del calcio, se non la più bella in assoluto.
Fu costretto ad ammetterlo anche lo stesso Pelé: “In quel momento ho odiato Banks più di ogni altro calciatore, non potevo crederci. Ma quando è passata l’ira, ho dovuto applaudirlo con tutto il cuore. Era la più grande parata che io avessi mai visto“.
Se il titolo vinto nel 1966 ne aveva celebrato le doti di fronte al mondo intero, la prodezza compiuta in Messico lo fece entrare di diritto nella galleria delle leggende. Riuscì a fermare Pelé con un colpo da fuoriclasse, la stessa arma usata più volte dal suo avversario, tanto da indurlo – nella ripresa – ad “invertire” i ruoli con Jairzinho: durante un’altra azione ricambiò il favore porgendogli un pallone invitante sulla destra, evitando così di tirare lui stesso, per il goal dell’uno a zero finale.
Un incidente stradale occorsogli nel 1972 chiuse di fatto la sua carriera: perse la vista all’occhio destro, quindi si ritirò per poi provare nuovamente a calcare i campi da gioco cinque anni dopo, prima in Irlanda e successivamente negli Stati Uniti.
Durante l’ultimo campionato del mondo svoltosi in Sudafrica nel 2010 Fabio Capello, all’epoca commissario tecnico dell’Inghilterra, si trovò subito a dover fronteggiare il problema della scelta del portiere titolare in mezzo ad una rosa di candidati non eccelsa. Alla fine optò per Robert Paul Green, numero uno del West Ham, autore di una colossale papera su tiro di Dempsey nella gara d’esordio proprio contro gli Stati Uniti terminata col risultato di 1-1.
Alcuni addetti ai lavori al seguito della nazionale di Sua Maestà cercarono di trovare sollievo ripensando all’edizione del 1966, allorquando gli uomini di Ramsey cominciarono il torneo con un pareggio contro l’Uruguay: quella gara, infatti, si era conclusa a reti inviolate.
In porta, però, c’era Gordon Banks.
Dopo di allora non c’è stato nessuno forte quanto lui a difendere gli inglesi.