Forse ce l’hanno fatta i paria a divenire un soggetto politico nella discussione. E’ successo a Milano in questi giorni, grazie all’iniziativa dell’associazione Il razzismo è una brutta storia e a Parigi grazie a Cinema du réel, la rassegna internazionale del film documentario, in svolgimento al Centre Georges Pompidou da ieri fino al 3 aprile prossimo.
Improvvisamente, dunque, le storie dei paria occupano lo spazio pubblico. Se una volta si poteva dire che con i libri si può, forse ora si può dire che con i film si può.
Mare chiuso, il film di Andrea Segre e Stefano Liberti , presentato a Milano per iniziativa de Il razzismo è una brutta storia nell’ambito del Festival del Cinema Africano, Asia e America Latina forse è riuscito a “bucare” e a imporre che si parli degli “esseri che non si vedono”.
E’ un risultato considerevole. Soprattutto s ei pensa a come eravamo messi anche solo meno di tre anni fa, quando Andrea Segre (allora con Dagmawi Yimer e Riccardo Biadene) ci provò con Come un uomo sulla terra.
Un film sul “viaggio all’inferno” che uomini e donne provano prima di arrivare a Lampedusa. Un viaggio che quelle genti conoscono sul loro corpo lungo l’attraversamento della Libia, da Bengasi a Al- Kufra, un tragitto che percorrono molte volte avanti e indietro.
Un viaggio in cui i loro corpi sono oggetto di mercato tra poliziotti e trafficanti; in cui uomini e donne subiscono violenze e stupri, ripetutamente, sia da parte dei poliziotti, dentro le strutture di detenzione dello Stato libico, che da parte dei trafficanti sui camion e nei container durante gli spostamenti.
Un viaggio a cui sopravvive solo il 10 per cento di quegli uomini e donne (sono quelli che noi vediamo arrivare a Lampedusa), perché il restante 90 “si perde” lungo la strada.
Quel film, boicottato in gran parte dal sistema cinematografico trovò il 9 luglio del 2009 uno spazio nelle ore della notte su Raitre. Era l’unica opportunità concessa allora nei giorni in cui le parole correvano al vento nel libro delle bugie andato in onda al G8 a L’Aquila (non solo in merito all’Africa, ma anche sulla ricostruzione de L’Aquila dopo il terremoto).
Forse si è aperto un capitolo, o, almeno, una breccia.