Perché Mario Monti, un professore competente e superesperto, si comporta in modo cosi duro e intransigente sulla riforma del mercato del lavoro e sull’art. 18? Perché é ideologicamente molto meno malleabile che la destra berlusconiana. Questa é la base anche della sua posizione sulla TAV. Niente di tecnico e in fondo neanche di politico. Solo una prigione ideologica fondata su una visione del mondo che ha dimostrato negli ultimi 4 anni il suo fallimento: quello di una concezione del mercato come capace, se lasciato operare “liberamente” e in quanto in fondo virtuoso, di regolare gli aspetti più negativi dell’economia.
Che pensa davvero che permettendo licenziamenti più facili si possano riportare gli investimenti in Italia; esattamente come é convinto che costruendo tunnel e autostrade si producano per magia occupazione e attività economica in tempi di internet e cambiamenti climatici: e stranamente considerando poco aspetti di deformazione del suo adorato mercato molto più gravi, da una scuola allo sbando, a una giustizia lentissima, a un sistema bancario caratterizzato da garanzie per i forti e ammanicati, ma non per i piu piccoli anche se innovativi, da un modello di appalti e concessioni al limite della frode, a una pervasiva corruzione e presenza ben istallata della criminalità organizzata. E’ stupefacente che un signore cosi avvezzo a guardare il mondo non riesca a liberarsi da questi occhiali cosi scuri e limitanti.
Anche se, adesso che mi ricordo, anche questa coerenza puo’ conoscere qualche eccezione.
Quando Monti era commissario europeo, Anna Donati e io introducemmo un ricorso per abuso di posizione dominante di Autostrade, che erano state privatizzate da poco e che incassavano senza investire e si dedicavano allo sport della deroga alle concessioni, vietate dalle normative comunitarie. In quel caso, il mercato, la libera concorranza non fu difeso. Adducendo delle motivazioni francamente ridicole, nonostante le riunioni molto cordiali e i grandi sorrisi. Da quella “non” azione, da quella decisione di considerare con benevolenza l’applicazione elastica delle norme sugli appalti in Italia, le casse pubbliche, l’ambiente, la politica dei trasporti italiano continuano a soffrire, visto che molte delle nuove autostrade di cui oggi si parla hanno qualche imbroglio non risolto di appalti, deroghe, aggiramenti di norme sulla VIA, contratti penalizzanti per lo Stato e super vantaggiosi per le concessionarie. D’altra parte, i Commissari europei succedutisi a Monti, Bolkestein, Mc Creevy, Barnier, Almunia hanno allegramente proseguito sulla stessa strada di concezione della concorrenza e del mercato interno a geometria variabile…..Visione che si riflette esattamente nella famosa lettera della Banca Centrale Europea, che porta come delle soluzioni tecniche non discutibili quelle che sono solo delle proposte derivanti da una visione politica antiquata e evidentemente non efficace (visto come é messa l’Europa) del funzionamento del mercato e delle priorità d’azione per uscire dalla crisi.
Altra dimostrazione del fatto che é urgente cambiare maggioranza politica non solo in Italia ma anche in Europa.
27 Marzo 2012