Little ItalyIl Tar di Lecce: San Raffaele a Taranto solo con gara pubblica

Nel “giallo” del San Raffaele del Mediterraneo a Taranto, ospedale all’avanguardia da 214 milioni di euro prima promesso e poi mai più realizzato (http://www.linkiesta.it/san-raffaele-puglia), qual...

Nel “giallo” del San Raffaele del Mediterraneo a Taranto, ospedale all’avanguardia da 214 milioni di euro prima promesso e poi mai più realizzato (http://www.linkiesta.it/san-raffaele-puglia), qualcuno nelle “stanze dei bottoni”, pugliesi e non, continua a tenere bassa la voce. Come se nessuno debba conoscere le scelte o le “strategie” fallimentari della politica, come se nessuno avesse il diritto di criticare le derive di amministratori pagati più di altre zone d’Italia, come se tutti avessero l’anello al naso e dovessero vedere sul petto del potere solo e sempre le spillette di democrazia e trasparenza.

Dalla seconda sezione del Tribunale amministrativo di Lecce è arrivato nei giorni scorsi il deposito di una sentenza (418/2012) che, se da un lato ha respinto sotto il profilo procedurale il ricorso del comitato “Taranto futura” contro i 60 milioni di euro girati dalla Regione Puglia alla Fondazione (società mista pubblico-privata) e poi tutti gli altri atti collegati, dall’altro ha chiarito uno dei lati meno limpidi della vicenda, cioè la scelta del partner scientifico che nella “città dei due mari” avrebbe dovuto far funzionare l’ospedale tramite l’istituto della “sperimentazione gestionale”.

Secondo il Tar, la Regione, in questo caso la giunta regionale presieduta da Nichi Vendola, avrebbe dovuto selezionarlo tramite una gara ad evidenza europea, rispettando tutti i principi e i dettami dei trattati comunitari, aprendo cioè a tutti gli interessati, da Bari a Bruxelles, la possibilità di concorrere al programma sanitario per l’oncologico d’eccellenza.

Così i giudici amministrativi: “La necessità di ricorrere a procedure selettive per la scelta del partner privato con il quale costituire società (o altre entità) miste costituisce una regola ormai acquisita nell’ordinamento interno. E comunque l’unico limite posto dal Parlamento Europeo consiste nel rispetto dei principi di concorrenza, trasparenza, parità di trattamento, proporzionalità; principi, tutti, che trovano cittadinanza all’interno del Trattato dell’U.E.. Anche perché lo stesso “libro verde” (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/site/it/com/2004/com2004_0327it01.pdf , ndr) precisa che la partnership pubblico-privato va senz’altro favorita ma non può rappresentare un modo per eludere la disciplina della concorrenza”.

Vendola e la sua giunta, secondo quanto spiegato dai magistrati, non avrebbero dovuto procedere alla stretta di mano dell’affidamento diretto a Don Verzè tramite il famoso accordo di programma, ma ricordarsi di essere in Europa e quindi aprire i volumi del diritto comunitario che giacciono anche sulle librerie del lungomare Nazario Sauro di Bari.

Oppure, lucidando le spillette, ripetere ai malati dell’acciaio tarantino quanto ricordato in pompa magna il 15 febbraio scorso all’ormai ex presidente della Repubblica federale di Germania, Christian Wulff: “Per noi l’Europa è un destino, una vocazione, una missione”.

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