Non si sa quali «impegni istituzionali con l’Abi» abbiano impedito al presidente di Mps Giuseppe Mussari di partecipare, ieri mattina a Milano, alla presentazione del bilancio 2011 della banca senese: chiuso con la stratosferica perdita di 4,7 miliardi di euro. C’era invece il direttore generale Fabrizio Viola, nominato pochi mesi fa.
Il rosso è stato determinato dall’abbattimento dell’avviamento dell’acquisizione di Antonveneta, che fu pagata 9 miliardi in contanti a fine 2007, a crisi finanziaria ormai aperta e senza che la Banca d’Italia di Mario Draghi battesse ciglio, e dalla svalutazione dei crediti (1,3 miliardi). Gli analisti hanno comunque rimarcato anche un indebolimento di ricavi e costi operativi. Un portavoce dell’Abi ha detto che «no, oggi il Presidente non aveva impegni istituzionali, domani sì, però». Però. Su Twitter qualcuno ha scritto che ieri Mussari è stato avvistato alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Siena, durante seminario di diritto fallimentare. Forse è una battuta, forse no. Se lo è, ha certo una buona assonanza con la realtà: i sei anni di Mussari alla guida della banca sono stati fallimentari. Quasi esiziali per Mps, di sicuro per l’omonima fondazione, che ha bruciato gran parte del suo patrimonio. Per la cronaca, in Borsa il titolo è crollato del 10 per cento. Ancora ieri sera, un portavoce del presidente insisteva: «Aveva un impegno nel pomeriggio a Roma nella sua veste di presidente Abi». Roba immancabile, c’è da scommettere.
E però, per dignità o per lo meno per buona educazione verso una comunità finanziaria a cui per anni Mussari ha promesso ciò che poi non ha mantenuto – chiedendo nel frattempo due aumenti di capitale per complessivi 7 miliardi più un altro miliardo di prestito convertibile – che cosa c’era di più immancabile del presentarsi all’appuntamento con il proprio redde rationem? Mussari, invece, ha scelto di non esserci a un appuntamento previsto da mesi. Di non mettere cioè la faccia sul peggior risultato di sempre del Montepaschi, assumendosi la responsabilità delle sue scelte, mentre ora sono sul tavolo tagli al costo del personale. Questa sì che è classe. Dirigente e italiana.
Twitter: @lorenzodilena