Benito Mussolini nel 1909 andò a fare il maestro elementare a Trento, al tempo città austroungarica. Al ritorno scrisse: “Il Trentino veduto da un socialista”, pubblicato nel 1911 a Firenze dai Quaderni della Voce. La citazione completa di pagina 20 è questa: «L’Italia ha ridotto i suoi confini a Udine. Trieste è tedesca. Questa carta geografica non è un’anticipazione alla Wells. Assai difficilmente Trieste potrà mai diventare politicamente italiana. È la Germania che tende a Trieste».
Aldo Cazzullo, inviato del “Corriere della sera”, nel 2012 va a Trieste. Il 5 marzo 2012 pubblica nel quotidiano un reportage dal titolo: “Trieste, la bella ‘dimenticata’”. La citazione della fine del pezzo è questa: «Trieste insomma è nostra, appartiene più che mai all’Italia, e l’Italia le appartiene; anche se spesso se ne dimentica».
Trieste è una città plurale.
«Non dobbiamo pensare: “Questa terra è nostra”, ma “Noi siamo di questa terra”»
(Fulvio Molinari, giornalista, esule istriano)