Chi scrive è forse il meno adatto ad occuparsi della questione, non avendo competenze “tecniche” al riguardo:e tuttavia qualche interrogativo da semplice cittadino sente la necessità di porselo e di porlo. La notizia è che la British Gas ha rinunciato a costruire il rigassificatore di Brindisi. Dopo aver investito 250 milioni di euro ed aver assunto una prima squadra di venti persone, ha deciso di gettare la spugna. Motivo. ha atteso undici anni aspettando che si concludesse l’iter autorizzativo di tutte le procedure previste e si superassero in sede giudiziaria i ricorsi di enti ed autorità locali, oltre alla manifesta ostilità del governatore Vendola, contrario all’opera.
Il Paese ha un disperato bisogno di riserve per l’approvigionamento energetico e i rigassificatori ne sono elemento indispensabile: ed è vergognoso che la burocrazia di tutte le latitudini abbia tenuto sulla corda un progetto complesso che avrebbe dato comunque lavoro certo a qualche migliaio di persone in un’area a forte disoccupazione. E la vicenda, raccontata per un giorno nelle pagine interne dei grandi giornali, è sparita ben presto dall’attenzione dell’informazione, ben più sedotta dall’improvvisa rinuncia di Berlusconi a Porta a Porta. Undici anni di attesa, senza oltretutto vedere la fine del tunnel, sono più che eloquenti. Anche perchè si confronta con un simile impianto, anche quello progettato nel 2001, realizzato nel Galles e dal 2006 entrato in produzione.
La crescita italiana ha un vecchio nemico, la burocrazia. E i casi come quello di Brindisi non fanno altro che spiegare, al di là di tutti i discorsi, come e perchè le imprese di tutto il mondo sono scoraggiate dall’investire in Italia, che pure li attirerebbe per condizioni favorevoli, non esclusa la tipica creatività e il buongusto italiano. Eccesso di burocrazia e giustizia da Azzeccagarbugli che rendono i tempi di realizzazione del tutto incerti e imprevedibili sono le motivazioni principali dei mancati investimenti.
Se scoraggiamo gli stranieri, sulle infrastrutture siamo abituati a farci del male da soli. Nell’estate del 2012 si celebrerà infatti il mezzo secolo del primo progetto della Pedemontana che era già caldamente consigliata nel 1962, in previsione già allora dei futuri volumi di traffico. La Pedemontana. ovvero la bretella che dovrebbe collegare Malpensa alla A4 di Bergamo, tagliando fuori il nodo di Milano,si farà forse adesso e sarà forse pronta per EXPO 2015. Sempre che una virgola nei procedimenti autorizzativi o un ennesimo ricorso alla giustizia non procrastini i lavori “al tempo del mai”. E come si fa a crescere se vi vive nel “Ritarda Italia” ?