A Cuba la Chiesa ha un amico potente. Si chiama Eusebio Leal Spengler ed ha 69 anni. Formalmente è Historiador dell’Avana, un ruolo poco traducibile che gli consente, con i poteri di un super-sindaco, di rivitalizzare la capitale con ingenti restauri e ristrutturazioni realizzate grazie a fondi internazionali raccolti in forza del fatto che la Habana vieja, la zona vecchia della città, è patrimonio dell’umanità per l’Unesco. Coltissimo, una specializzazione in restauro dei centri storici in Italia, un curriculum chilometrico ricco di lauree honoris causae e riconoscimenti raccolti in giro per il mondo, è un esponente di punta del partito castrista. Tanto che Fidel Castro gli ha affidato i due dossier per i quali la Rivoluzione può scricchiolare, o invece sopravvivere a se stessa: i rapporti con i turisti e quelli con la Chiesa cattolica. Raccontano che per qualsiasi problema che nasce in questi due ambiti Leal Spengler ha carta bianca. E se il lavoro coi turisti è più esplicito – grazie al suo intervento nel corso di pochi anni la Avana vecchia è tornata a splendere con musei e alberghi rinnovati, strade pulite e piazze rigogliose – quello con la Chiesa è meno evidente, ma non per questo meno determinante. Una giovinezza nell’Azione cattolica, l’attuale Historiador de la Ciudad de la Habana è passato con i castristi dopo la rivoluzione del 1959, scalando i gradini dell’establishment ma senza perdere moderazione e capacità di dialogo con i cattolici. Tanto che molti, a partire dal cardinale dell’Avana Jaime Ortega, lo considerano un vero e proprio amico. Discretamente presente a tutti gli appuntamenti ufficiali del papa a Cuba, Leal Spengler ha determinato con accortezza il restauro di chiese e monasteri, nonché la presenza (e la supplenza) sempre più decisiva di preti, suore, movimenti e associazioni cattoliche nell’assistenza a poveri e anziani, nella vita sociale cubana e in quella politica. Se qualcuno suggerisce addirittura che proprio a lui Raul Castro potrebbe passare il potere quando si ritirerà, di certo Eusebio Leal Spengler sarà un protagonista della transizione. E mentre Ortega, 75 anni, si avvia lentamente alla pensione, e i suoi delfini scalpitano per prendere il suo posto, l’Historiador dell’Avana assume un ruolo di cerniera tra un regime castrista sempre più debole e una Chiesa cattolica sempre più forte. Che, per questo, potrebbe non essere solo spettatrice nel momento in cui la transizione entrerà nel vivo. Nessuna conversione, ma Fidel e Raul Castro, ex allievi dei gesuiti, potrebbero puntare a una sorta di passaggio pilotato di consegne. Con l’aiuto di Eusebio Leal Spengler, l’amico dei cattolici di Cuba.
2 Aprile 2012