Uomini e donne (non necessariamente in quest’ordine) sono avvisati: “Per info contattatemi al cellulare”. La nuova frontiera del piacionismo in politica si inaugura a Lecce città, dove a breve si rinnoverà l’assise comunale. Corre anche Giovanni Conversano, ex tronista di Maria de Filippi e già concorrente del reality Campioni. Salentino verace, in spregio del cognome, oggi è in lista per il partito di Casini, a sostegno di Luigi Melica – candidato sindaco e docente universitario.
«Me lo ha chiesto Cesa in prima persona – Conversano stesso racconta le ragioni del nuovo impegno – ho accettato perchè condivido valori e posizioni del partito di Centro ma, soprattutto, credo nell’impegno dell’Udc per i giovani. La pragmaticità del progetto mi ha convinto, sono pronto a mettermi in gioco senza paura ed accettare questa nuova sfida». Ah, giusto per pignoleria: il manifesto è abusivo (a questo link una bella campagna contro chi imbratta le città).
Per la cronaca, il Terzo Polo a Lecce si è liquefatto, corsa in solitaria per l’Unione di Centro – accompagnata dal movimento di Pionati (do you remember?) e da una lista locale ispirata da un consigliere regionale, oltre che dall’ApI di Rutelli (il cui simbolo, però, non è sulle schede elettorali). Il partito di Fini, Futuro e Libertà, ha scelto una partita comoda, accasandosi nella coalizione del sindaco uscente. Reso noto ale cronache nazionali per via di questa locandina:
Poche settimane fa, Perrone si è beccato una sonora tirata d’orecchie nientepopodimenoche dall’Elefantino, al secolo Giuliano Ferrara. Il sindaco aveva spigato che si trattava di una trovata pop, realizzata esclusivamente a beneficio delle sue pagine web sui social network. Il direttore de Il Foglio si era indispettito ed aveva tuonato, senza appello, contro la piacioneria spinta:
È come il Cav., ma all’ennesima potenza. E’ come il Cav., ma lui si è pure pubblicamente smutandato – mica solo a chiacchiere intercettate. Ti scruta con sguardo malandrino: “Ciao, casalinga leccese”, che alla signora potrebbe pure sobbalzare qualche ormone, mentre di sicuro sul fuoco sobbalza la tiella di cozze e patate. “Sono Paolo”, e forse cominciano a bollire insieme sensi e lampascioni, quasi come sentirsi evocare con voce roca e bene intenzionata nel tinello: “Ciao, pupa…”
Paolo è da intendere Perrone, sindaco uscente e candidato del centrodestra a Lecce, una sorta di Cav. sfrontato, di Silvio al cubo, “il vorrei ma non posso” mutato in “posso e lo faccio”: in piena era di tecnici e sobrietà una sorta di piacevole eversione dal senso comune. Per le amministrative si è fatto ritrarre su un manifesto, aria mandrilla, petto scamiciato e naso alla Cyrano personaggio cui certe credenze dibattute su Internet attribuiscono appropriate corrispondenze.
Invece di perdersi in chiacchiere da politicante, deve aver tratto ispirazione dagli annunci matrimoniali di una volta: “Alto, brizzolato, slanciato, tennista” – magari più che consenso mira a generare arrapamento. E non solo, “cucino, lavo, stiro, apparecchio”, ché pure il Cav., musa ispiratrice, si propose un dì quale ideale “donnino di casa”. Quindi: “Astenersi perditempo”, con tocco finale non di gran classe seppure di generosa apertura a sinistra: “Ps: si accettano anche comuniste”.