Trenta denariAndrea Bonomi annuncia l’acquisto del 37% di Aston Martin (noi ricordiamo quando il “sistema” lo prese in ostaggio)

Il capitalismo italiano sta vivendo in queste ore la sua notte più buia. Il miliardario Andrea Bonomi, 46 anni, è stato preso in ostaggio. A rivelarlo è lui stesso, nel corso di un’intervista rilas...

Il capitalismo italiano sta vivendo in queste ore la sua notte più buia. Il miliardario Andrea Bonomi, 46 anni, è stato preso in ostaggio. A rivelarlo è lui stesso, nel corso di un’intervista rilasciata oggi a Repubblica, nei pochi minuti in cui è miracolosamente riuscito a sottrarsi alla morsa dei sequestratori. Erede di una dinastia milanese di industriali, immobiliaristi e finanzieri – sua nonna era la leggendaria Anna Bonomi Bolchini, la “Regina di denari” di Piazza Affari –, Bonomi ha fatto in tempo a gridare di essere «ostaggio del sistema». Di più non è riuscito a dire, perché il sistema ha interrotto la conversazione.

Proprio ieri, la sua società Investindustrial ha ufficializzato la vendita della Ducati Motor all’Audi per la bellezza di 860 milioni, realizzando una lauta plusvalenza di qualche centinaio di milioni. Pur investendo di solito in aziende con potenzialità globali, in Italia Bonomi ha puntato anche «su società attive solo a livello nazionale scommettendo su una voglia di rinnovamento del Paese», come le società di giochi e scommesse Snai e Cogetech o la Banca popolare di Milano. Ma qui sono sorti i problemi: «Stiamo incontrando notevoli difficoltà con questo tipo di aziende». È difficile? Sì, ha detto lui, «perché sei ostaggio del sistema». Nei giorni scorsi un’organizzazione che si ritiene possa essere collusa con questo sistema, chiamata in gergo “Patto Rcs”, lo ha obbligato a candidarsi come amministratore indipendente del gruppo che pubblica il Corriere della Sera. Un’offerta che Bonomi non ha potuto rifiutare, ma che ingenuamente pensava potesse bastare per essere lasciato in pace e fare industria. E invece l’escalation non s’è fermata. Come riscatto, il sistema pretende che il miliardario entri in tutti i patti di sindacato e le operazioni di sistema che il sistema stesso giudicherà opportuni.

Gli investigatori stanno ora cercando di capire chi si muova dietro questa entità chiamata sistema, dedita all’organizzazione di operazioni, dette appunto “di sistema”, in grado di prendere il controllo di aziende e di condurle in «notevoli difficoltà». Si ipotizza che tale struttura goda di appoggi eccellenti ai vertici del mondo bancario e finanziario. Negli ultimi tempi, rivela un inquirente, le vessazioni subite dal miliardario milanese, nato a New York e cresciuto a Londra, erano andate aumentando. Costretto più volte ad accettare fra i finanziatori dei suoi fondi anche alcune primarie banche milanesi, fortemente indiziate di collusione con il sistema, pochi mesi fa Bonomi è stato obbligato ad assumere persino la presidenza della Banca popolare di Milano.

Twitter @lorenzodilena

Andrea Bonomi, il miliardario preso in ostaggio dal sistema

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