Il giornale “I Kathimerini” riporta oggi la notizia che il governo ha aperto un centro di accoglienza per migranti illegali. Il centro sorge ad Amygdaleza, nella periferia a nord di Atene. Secondo quando riportato da Kathimerini, il centro
L’annuncio del governo fa seguito ai piani, resi noti il mese scorso, che riguardano la costruzione di 30 centri su tutto il territorio della Repubblica Ellenica, per ospitare circa 1000 persone ciascuno. Kathimerini riporta la dichiarazione del ministro per la sicurezza dei cittadini, Michalis Chrisochoìdi, che il centro di Amygdaleza ospiterà inizialmente 200 migranti illegali, e che il numero di detenuti raggiungerà però entro il 15 maggio quota 1.200. Il centro di Amygdaleza sarà seguito a breve (probabilmente a giugno) da un altro campo nella regione dell’Attica.
Il tema dell’immigrazione illegale è uno dei più scottanti per la politica greca, a livello nazionale così come europeo, almeno dall’ingresso della Grecia nell’unione europea: quando la Grecia è diventata la frontiera a est dell’Europa. Con le elezioni fra meno di due settimane, il fattore sicurezza diventa ancora più cruciale, perché molti partiti puntano su di esso per riguadagnare contatto presa sulla popolazione. Ad esempio, il partito neofascista Chrisì Avgì (alba dorata), fa della “microprotezione” dei cittadini una parte importante della loro campagna, accompagnando vecchiette a fare la spesa (sic! oltre che sentito in giro, si trovano anche alcuni video su youtube. Metto un link, ma non sono sicuro portino ad alcunché, perché a volte youtube ne bloccava, in alcuni paesi europei tra cui l’Italia, i contenuti, perché di matrice fascista:
http://www.youtube.com/watch?v=5b8TBnbNoUo
http://www.youtube.com/watch?v=73OO8D5OXDA&feature=related
A proposito, in entrambi i video si menzionano i lathrimetanastés, cioè gli immigrati clandestini). In ogni caso, non si può non pensare che il bisogno di rassicurare i cittadini abbia un fortissimo movente politico, soprattutto in questi giorni.
Sono tornato ieri ad Atene dopo tre giorni che ho dovuto passare in Italia. Dall’aeroporto ho preso l’autobus che porta a piazza Syntagma, e accanto a me si è seduto un uomo, chiaramente non greco, mi pareva forse marocchino. Cominciamo a parlare, mi racconta che è in realtà egiziano di fede musulmana, vive in Grecia da 7 anni, sua moglie è greca. Parla un greco un pò chiuso, ma comprensibile. Lavora a intermittenza, mi pare di aver capito che fa il muratore, o comunque nelle costruzioni. Dice che il lavoro è pochissimo, e si aspetta -o spera- però che vada meglio con l’arrivo dell’estate. Le isole, mi dice, sono di solito il luogo dove cercar lavoro, perché costruzioni e riparazioni diventano sempre più necessarie nei mesi estivi, con l’arrivo dei turisti. Non gli chiedo se ha i documenti, ma le sue risposte alle mie domande, benché tranquille, è come se cercassero di tranquillizzare me, o di dimostrare che la situazione è più tranquilla di quanto non si dica. Questo, ad esempio, accade quando mi dice di esser di fede musulmana. Una signora anziana seduta di fronte a noi, greca, con grande valigia, mi guarda male, un pò inquisitoria, quando vede che parlo e sorrido al signore egiziano. Mi è parso in quello sguardo di poter leggere almeno un pò di diffidenza, se non paura. L’egiziano ad un certo punto si alza, fa per scendere e mi saluta, io lo saluto a mia volta. La signora dopo qualche fermata si alza e sposta con fatica la valigia, io mi offro di aiutarla, con gesto pacificatorio. Alla sua fermata, le porto giù la valigia, ottengo un mezzo sorriso distensivo, e siamo ormai quasi a Syntagma.