GengisLicenziare per fare profitti è illegittimo. Lo dice la Cassazione

Dice il padrone che non capisce perché tanto parlare di licenziamento per motivi economici. Nella legge (bozza di riforma inclusa) non esiste. Per la legge esistono solo giusta causa e giustificato...

Dice il padrone che non capisce perché tanto parlare di licenziamento per motivi economici. Nella legge (bozza di riforma inclusa) non esiste. Per la legge esistono solo giusta causa e giustificato motivo. E per il resto la politica se ne è fottuta, e che cosa è giusto o giustificato lo dicano i giudici. La legge, poi, non è l’art. 18 dello Statuto, ma (per i licenziamenti individuali) la legge 604 del 1966; legge che se il padrone non si è distratto non è toccata dalla “riforma” e cui in pratica l’art. 18 si aggiungeva solo nel prescrivere che se il padrone violava la 604 aveva poi l’obbligo di reintegrare il lavoratore.
E’ giusto (o giustificato) licenziare per motivi economici? Il Parlamento ha lasciato rispondere ai giudici, e continua con la riforma a farlo. E un bel po’ di giudici, compreso un pezzo di Cassazione, ci dicono che no. Cassazione, 2182/06. La soppressione del posto di lavoro “non può essere meramente strumentale a un incremento di profitto, ma deve essere diretta a fronteggiare situazioni sfavorevoli non contingenti; il lavoratore ha quindi diritto a che il datore di lavoro (su cui incombe il relativo onere) dimostri la concreta riferibilità del licenziamento individuale a iniziative collegate ad effettive ragioni di carattere produttivo-organizzativo e non a un mero incremento di profitti”. Traduzione. Mi puoi licenziare se provi che sennò fallisci. Non puoi licenziarmi se giusto ti aumenta il margine. Anzi, il profitto. Il profitto è peccato; e Ebit, Ebitda e financo efficienza sono giusto le sue maschere.

Con la riforma la parola resta ai giudici. Auguri. Dice il padrone che anche se lui sta dall’altra parte, un po’ di simpatia per le ragioni di Confindustria ogni tanto gli prende.

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