Giulietta Banzi Bazoli, Livio Bottardi Milani, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti, Alberto Trebeschi, Clementina Trebeschi, Vittorio Zambarda: sono i nomi delle vittime di Piazza della Loggia, dove quel 28 maggio 1974 stavano partecipando ad una manifestazione contro il terrorismo fascista quando fu fatta esplodere una bomba. Il risultato è una delle pagine più tristi dello Stato repubblicano. Centinaia i feriti, 38 gli anni passati da quella strage, ma nessun colpevole almeno secondo la Corte d’Assise d’appello di Brescia. Eppure a differenza di un’altra strage, quella di piazza fontana del ’69, a Brescia c’erano obiettivi ben precisi da colpire; certo forse non proprio coloro sopracitati, ma almeno il bersaglio era facilmente individuabile dall’appartenenza ad un’area politica ben determinata.
Gli anni di piombo c’hanno lasciato un’eredità molto pesante. Un’eredità su cui la magistratura non ha saputo far pienamente luce. Forse tradita da depistaggi e false testimonianze varie, certo. Ma almeno i danni sarebbero potuti finire qui. Ed invece i familiari delle vittime, costituitosi in libere associazioni per chiedere nulla di più che la verità sui loro cari, sono stati beffati ancora; condannati a pagare le spese processuali. “Cornuti e mazziati” recita un detto mai passato di moda, ed è molto appropriato per questa situazione. Cosa potranno mai pensare queste persone, e tutti gli altri civili che (come me) hanno a cuore la situazione? Potranno mai asserire che in questo Paese vige il principio del “chi sbaglia deve pagare” o che, “la legge è uguale per tutti”?
Senza parenti, senza verità sulle loro sorti, lasciati al proprio destino da un apparato statale che dinanzi a questo genere di vicende sembra inerme, o forse, peggio, lo vuole apparire a tutti i costi per non far emergere particolari più inquietanti. La speranza è che, come suggerito dal direttore di questa testata, Jacopo Tondelli, (http://www.linkiesta.it/blogs/post-silvio/piazza-della-loggia-e-dintorni-tocca-agli-storici-e-non-piu-ai-giudici) almeno la memoria, attraverso una efficace quanto attendibile ricostruzione storica, possa restituire un minimo di dignità, un pizzico di solidarietà e qualche brandello di certezza in più a coloro che escono con le ossa rotta da questa bruttissima pagina di storia.