Gianni ha 68 anni ed è uno di quei tanti giovani che durante il boom economico prepararono la valigia, non quella di cartone, per venire dal Sud a lavorare al Nord Italia. Anni passati in linea alla Fiat senza nemmeno troppe pretese e con l’obiettivo, comune a molti, di portare a casa lo stipendio ogni mese ed una pensione a fine carriera.
La pensione arriva e con essa anche i primi grossi problemi. La moglie si ammala e rimane invalida al 90%. Gianni non vuole conoscere l’andamento dello spread o se Piazza Affari chiuderà la giornata in rialzo o in ribasso perché lui si sente in prigione:
“Sono prigioniero di casa mia. Io sono agli arresti domiciliari. Non abbiamo alcuna forma di assistenza. Mia moglie ha enormi difficoltà ed io sono completamente da solo. Tutto il giorno sono chiuso in casa perché lei non può stare da sola anche se giorno dopo giorno vedo qualche piccolo miglioramento”.
I debiti che negli anni sono stati accumulati, sommati alla crisi economica hanno messo in ginocchio le istituzioni locali (Regioni e Comuni) che non riescono più a fare fronte alle richieste dei cittadini. Aumenta ogni anno chi si rivolge allo Stato per avere un aiuto economico o anche una forma di assistenza domiciliare. Gianni di tutto questo è a conoscenza e ci passa sopra. Non è vero che le persone non comprendono la gravità della situazione.
Gianni vuole solamente vedere soddisfatti i propri diritti:
“Io pago le tasse, tutte, ed esigo che i miei soldi vengano spesi bene. Il quartiere dove vivo è in stato di degrado: i marciapiedi fanno schifo, ci sono buche ovunque, è sporco e sui mezzi che passano da queste parti non posso portare mia moglie perché non sono attrezzati”.
A Gianni non interressa se lo spread ha superato i 400 punti o no e neppure se Piazza Affari chiude in ribasso o rialzo, lui si acconteterebbe di vedere rispettati i propri diritti di cittadino.