Oggi è l’ultimo giorno del Salone del Libro di Torino. Venerdì e sabato sono stati due giorni intensi per me e http://www.millepagine.net
E’ stato davvero interessante camminare tra i numerosi stand di grandi e piccoli editori, curiosare tra le novità, ritrovarsi a provare il nuovo kindle touch e intervistare importanti scrittori. Libro di carta o ebook, crisi dell’editoria o meno, è stata veramente un’esperienza unica.
L’emozione maggiore però l’ho avuta sicuramente per l’incontro con Amitav Ghosh, ritenuto da Irene Bignardi, di Repubblica, “Una delle voci più originali e importanti della letteratura indiana in lingua inglese”.
Mancava ancora qualche minuto alle 15, ora in cui avevo l’appuntamento con Amitav Ghosh al suo hotel per la video intervista. Siamo arrivati nella hall in anticipo, per paura di farlo attendere e di non avere la telecamera pronta e invece eccolo lì, già occupato con un altro giornalista, tranquillo e cordiale in completo marrone. Appena terminata l’intervista si è avvicinato al divano scelto per il nostro incontro con un gran sorriso e da lì è stato tutto più semplice. Poco prima di iniziare la nostra lunga chiacchierata ha chiesto un tè e poi via, tra una domanda e l’altra, alla scoperta di questo personaggio che mi ha tanto affascinato grazie ai suoi romanzi.
Amitav Ghosh era al Salone del Libro per presentare la sua ultima creazione, “Il fiume dell’oppio”, il secondo romanzo della trilogia sull’Ibis, la nave che trasporta oppio e schiavi.
Siamo al secondo romanzo della trilogia e nel primo parla dell’India. Quanto è legato al suo Paese? Il mio legame con l’India è fortissimo. Vi trascorro ancora metà dell’anno quindi ho un legame molto stretto.
Nel romanzo è molto importante il linguaggio. Utilizza non solo l’inglese, ma anche delle lingue del luogo. Che importanza ha il linguaggio nel romanzo?Oggigiorno noi pensiamo alle lingue come paesi divisi da frontiere molto nettamente delineate. Io penso ad una lingua come ad un fiume, che confluisce a volte in un altro fiume e questo succede molto spesso. Due fiumi si uniscono e diventano inseparabili e così succede per le lingue. I luoghi dove ho ambientato i miei libri sono luoghi dove tante lingue confluiscono e formano un flusso indistinguibile.
Com’è nata la figura dell’Ibis? L’ho vista, o quantomeno ne ho vista una molto simile. La Ibis appartiene ad una tipologia di imbarcazione di cui ne rimangono tre o quattro modelli nel mondo. Quando uno guarda un’imbarcazione di questo tipo si accorge siprattutto di una cosa, di quanto fossero piccole in confronto a certe imbarcazioni che abbiamo noi oggi, di quanto gli spazi a bordo dovessero essere sovraffollati, con oggetti e persone pigiati in una maniera che oggi sarebbe del tutto inconcepibile.
Sono state tante le domande che ho posto allo scrittore. Su http://www.millepagine.net/tv/intervista-ad-amitav-ghosh-salone-del-libro-2012/ potete vedere tutta l’intervista ad Amitav Ghosh.
Non poteva mancare una domanda sugli ebook. Libri di carta o ebook? Io non credo che ci debba essere necessariamente un conflitto o una competizione tra libro di carta e ebook. Entrambi hanno un ruolo importante nel mondo della lettura e dei lettori. Io stesso leggo spesso libri digitali, li trovo più facili da leggere in molte occasioni, sicuramente più facili da portarsi in giro, più facili da conservare. Ci sono per tutti noi, come lettori, delle categorie di libri che leggiamo soltanto una volta. Ci sono tanti altri libri talmente importanti che occupano addirittura uno spazio nella nostra esistenza come dei pezzi di mobilia, libri che abbiamo vogli adi conservare. Capisco questo, lo faccio anche io e quelli sono per forza di carta quindi io vedo una complementarietà anzichè una contrapposizione tra queste due forme di libro.