Non si ferma l’offensiva dell’esercito yemenita supportato dai droni Usa, gli aerei senza pilota, contro i miliziani di al Qaeda. Soltanto ieri sono morte 16 persone nella provincia di Abiyan, nel sudde llo Yemen, portando a trenta gli strike che negli ultimi tre anni hanno fattocirca 250 morti. Per alcuni attivisti locali, questa ‘guerra dei droni’ è inutile perché alimenta il terrorismo e l’estremismo e fa strage di innocenti.
Era questo il motivo per cui l’amministrazione Obama, contraria all’implementazione di regole più blande nella gestione degli attacchi aerei, aveva chiesto alla Cia di limitarsi ad assassinare i militantiche minacciano di portare a termine attentati terroristici in territorio americano. La nuova strategia messa a punto dal direttore della Cia, DavidePetraeus, e parzialmente accolta da Obama, prevede la possibilità per i droni di colpire presunti militanti islamici di cui gli Usa non conoscono neanche l’identità, come già avviene nelle aree tribali del Pakistan.
Di recente Jeremy Scahill, giornalista investigativostatunitense, ha criticato l’uso degli aerei senza pilota in Yemen, Pakistan e in Somalia e in un documentario trasmesso da al Jazeera -America’s DangerousGame- ha chiesto agli Usa se, con le loro azioni, stavano creando più nemici diquanti ne uccidessero. Secondo l’ex ambasciatrice americana a Sana’a, Barbara Bodine, sull’uso dei droni Usa in Yemen non si registra una reazione così negativacome quella registrata in Pakistan”. Ma è evidente che alla diplomatic aamericana è sfuggito qualcosa.
Il 13 maggio –giorno in cui il consulenteantiterrorismo dell’amministrazione Obama, John O. Brennan, ha incontrato il presidente yemenita Abdu Rabbu Mansour Hadi- è stata lanciata una campagna su Twitter per condannare la guerra dei droni in Yemen. Scrivono con l’hashtag #nodrones ehanno chiesto a tutta la comunità internazionale e agli utenti dellablogosphera di sostenere la loro campagna. Un grido di aiuto arriva da @A4Mai chescrive: “Fermati un momento e grida con noi: No alla legge della giungla, noagli omicidi senza processo, no alla morte di civili innocenti”. E ancora, rivolgendosi direttamente a Brennan: “Togli le tue mani dallo Yemen, leva ituoi droni dal nostro cielo. Cittadini yemeniti”; e infine: “Caro Brennan, latua politica è stata un fallimento in Pakistan, perché sperimentarla in Yemen?”.Altri cittadini yemeniti dicono di essere contro il terrorismo “ma la guerradei droni lo alimenta”. Così scrive @WomanfromYemen: “Sono contro il terrorismo,l’estremismo e i droni. E’ tutto contro produttivo e alimenta l’estremismo” eancora: “Stiamo dicendo che non vogliamo droni né presenza militare in Yemen. Idroni non sradicando i miliziani, anzi ne intensificano la presenza!”. Anche una giornalista francese Benjamin Wiacek, di base in Yemen, ha confermato che id roni creano maggiori estremismi e risentimenti e non migliorano affatto la situazione.
Il rischio in tutta questa storia èche gli Stati Uniti finiscano per prendere parte a una guerra civile, ovviamente dalla parte del governo. I presunti terroristi sono guerriglieriarmati che si battono contro il governo centrale e che non necessariamente fannoparte di gruppi integralisti. Tuttavia tutti questi miliziani sono consideratidagli Stati Uniti un pericolo per la sicurezza nazionale americana anche se il loro obiettivo è più il governo yemenita che quello statunitense.
Barbara Alvino
per Wilditaly.net
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