Dopo l’attentato di Via D’Amelio che uccise Paolo Borsellino, le parole più tristi furono quelle di Antonino Caponnetto, già capo e maestro di Falcone e Borsellino: “è finito tutto.”
È la prima immagine che mi viene in mente dopo avere letto della bomba alla scuola di Brindisi.
Mi ricordo però che dopo qualche giorno, oppure lo stesso giorno, una folla davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo applaudiva e confortava con forza Caponnetto, che si diceva pentito di quel momento di scoraggiamento, di quel “è finito tutto”.
Ecco il racconto di Alessandra Ziniti su Repubblica del 21 luglio 1992:
“[…] All’ uscita, stordito dal dolore, quasi non si accorge di quell’ applauso clamoroso che la gente radunata sulla scalinata di palazzo di Giustizia gli rivolge. Sembra un paradosso, ma adesso l’ “erede” per il palermitani onesti è proprio lui. Gli gridano: “Non te ne andare, resisti”. Lui scuote la testa, risponde “resistete voi che siete giovani” e si infila in macchina.[…]”
Chi sa ritrovare quelle immagini di speranza in questo giorno tristissimo di vent’anni dopo?