L’ultimo programma presentato da Carlo Conti, «Tale e quale show» (venerdì, RaiUno, 21.10), ha dato del filo da torcere niente meno che a «Zelig». Per la precisione, ha sempre superato il competitor di Canale5 nelle tre puntate andate in onda finora.
Non è un risultato scontato. Basti pensare che «Zelig» quest’anno non aveva mai perso una serata e l’anno scorso era stato battuto solo dall’evento Sanremo (in questa stagione, prudentemente, si è deciso di non mandarlo in onda durante il Festival).
«Tale e quale show» è sostanzialmente una gara fra otto vip (o presunti tali, secondo la logica del “recupero” sdoganata a suo tempo da «L’isola dei famosi») che si sfidano imitando celebrità del mondo della canzone.
A una prima visione il programma sembra vecchia televisione. E in effetti lo è nei contenuti e negli snodi narrativi. Scegliere come base dello spettacolo la performance dell’imitazione, ad esempio, non può che rilasciare un retrogusto consumato. Ma anche la presenza della giuria composta da tre giudici (ricorda qualcosa?) e di professionisti che impartiscono lezioni ai concorrenti vip in previsione della prova (qualcos’altro?) sono stilemi strutturali fin troppo ricorrenti negli ultimi anni.
C’è tuttavia un aspetto fondamentale che ne spiega il successo. È una sorta di rivincita dei format nei confronti di coloro che li hanno sempre dipinti come i sicari della creatività nell’industria televisiva. Un programma con una struttura forte, con – appunto – un formato ben definito, difficilmente fallisce. Anzi, è in grado di sopperire anche a un cast quanto meno discutibile, che decreterebbe il flop di qualsiasi altra trasmissione attualmente in onda. Stiamo parlando di Fausto Leali, Danilo Brugia, Enzo De Caro, Gabriele Cirilli, Luisa Corna, Serena Autieri, Gloria Guida e Rosalia Misseri. Quest’ultima nemmeno parente del più noto Michele.