Ieri quando ho sentito che il premier Monti avrebbe nominato Bondi, Amato e Giavazzi come consulenti speciali per i tagli agli sprechi, il nome vero della spending review, ho avuto una prima reazione di delusione anche perchè avendo avuto come professore di scienza delle finanze Piero Giarda so benissimo – come tutti i suoi studenti – che è un tema che conosce da decenni e su cui ha recentemente scritto un dossier dettagliato.
Il chiamare dei consulenti da parte di Monti mi sembrava, anche per questo, un “tradimento” della urgenza di tagliare le spese per tagliare le tasse sui produttori. Punto centrale – a mio avviso – per tornare a crescere.
Questo mia delusione si è modificata quando ho ripensato alle condizioni oggettive in cui si trova ad operare Monti. Inutile giranci intorno i partiti e i sindacati (tutti) non vogliono mollare i loro finanziamenti, le imprese i loro contributi e la pubblica amministrazione – come tutte le burocrazie – vuole sempre più risorse. Arriviamo da anni terribili come anche il lavoro di Enrico Zanetti su Linkiesta documenta.
Allora mi sono chiesto se la stregia di Monti, chiamare dei consulenti “ad personam” (come farebbe una azienda), fosse una idea intelligente per cercare di forzare il Parlamento a prendere o respingere delle proposte di tagli e mi sono risposto che dipende da due cose: 1) da come e quanto rapidamente lavorano i consulenti 2) se poi Monti porta in Parlamento le proposte dicendo “prendere o lasciare”.
Caro Giannino, sulla spending review Monti non è il nemico, i nemici sono altri. Vedremo tra due mesi se è un alleato debole o meno. La battaglia culturale contro gli sprechi e per abbassare le tasse sui produttori è solo all’inizio, anzi non non è ancora iniziata veramente. Noi siamo pronti.
twitter @actavecchio
Oscar Giannino su Chicago Blog oggi
E’ peggio di quel che immaginassi. Non soloper i tagli alle spese c’è il commissario tecnico – al quale faccio gli auguri di cuore, per Bondi inteso come Enrico lavorerei gratis a vita e l’unica cosa giusta è che l’Italia pubblica è fallita con disonore per via della politica come la Parmalat cui si occupò fallì spogliiata da e depredata dai Tanzi – al governo dei tecnici che così affermano la propria incompetenza o impotenza: come la vecchia Dc, i ministri tecnici conferiscono a commissari e commissisoni esterne le responsabilità che non vogliono esercitare. Non solo si conferiscono incarichi esterni a Giavazzi – così la pianta di criticare, ma ben vengano i tagli ai trasferimenti a fondo perduto alle imprese, su questoi la penso come lui – e Amato – voglio vedere che cosa taglierà ail finanziamento dei partiti, il coraggiosissimo commissario del Psi craxiano che fece finta poi di non conoscerlo. Soprattutto, Monti aggiunge indispettito che l’IMU si può al massimo sostituire con una patrimoniale sulle ricchezze, mica con tagli alle spese, così gli statalisti son contenti e Lerner già inneggia. Da oggi, per chi vuole seguire ls atrada di meno tasse meno spese ogni velo è caduto. Questo governo è politico, e ha deciso di sposare e difendere lo Stato ladro. E’ un giudizio aspro, me ne rendo conto. Ma la depredazione d’Italia lo è ancora di più. Se Bondi e Giavazzi sono coerenti come spero, pur non avendo responsabilità politiche dirette e dovendo fungere da scudi e parafulmine a difesa di una insospettabile mancanza di decisione, mi auguro facciano proposte toste senza tener conto del premier stizzito e inconigliato a difesa di una spesa e di un fisco indifendibili.