WildItaly.netI politici al microscopio: Matteo Renzi.

Nasce in quel di Rignano sull’Arno (Provincia di Firenze) nel lontano 1975. Figlio di Tiziano Renzi (consigliere comunale per la Dc da l’85 al ’90), Matteo studia nel capoluogo toscano e si laurea ...

Nasce in quel di Rignano sull’Arno (Provincia di Firenze) nel lontano 1975. Figlio di Tiziano Renzi (consigliere comunale per la Dc da l’85 al ’90), Matteo studia nel capoluogo toscano e si laurea nel 1999 in Giurisprudenza, con una tesi dal titolo “Firenze 1951-1956: la prima esperienza di Giorgio La Pira Sindaco di Firenze”.

Successivamente assume diversi ruoli all’interno della CHIL srl, società di servizi di marketing (di proprietà della sua famiglia) di cui è dirigente in aspettativa, in particolare coordinando il servizio di vendita del quotidiano La Nazione sul territorio fiorentino. Memorabile la sua partecipazione a La ruota della fortuna dove vinse, a 19 anni, 48 milioni di lire.

La sua attività politica però comincia già durante gli anni del liceo. Tre anni prima della laurea, è tra i promotori della nascita dei Comitati Prodi e si iscrive al Partito Popolare Italiano, di cui diverrà segretario provinciale.

Nel 2001 diventa coordinatore de La Margherita fiorentina e, nel 2003, segretario provinciale. Il 13 giugno del 2004 viene eletto Presidente della Provincia di Firenze con il centrosinistra, ottenendo il 58,8% dei voti.

Il 29 settembre 2008, un anno prima della scadenza del suo mandato, si presenta alle primarie del Pd per la scelta del candidato sindaco nella sua città. Tutti lo davano per sfavorito, troppo inesperto secondo alcune malelingue, non ha nessun padrino politico.

Poi la svolta: contro ogni peggiore aspettativa, Renzi esce vittorioso dalla competizione con il 40,52% dei voti, conquistati il 15 febbraio 2009 e diventa il candidato sindaco di Firenze da contrapporre al berlusconiano Giovanni Galli. Il 9 giugno 2009 alle elezioni amministrative, Renzi ottiene il 47,57% dei voti contro il 32% di Galli, con il quale va al ballottaggio. Il 22 giugno 2009 ottiene la fascia di primo cittadino, riportando il 59,96% dei voti.

Secondo una classifica, Renzi nel 2010 figura come il sindaco più amato in Italia anche se alcune cose non sono andate giù al suo elettorato. Un esempio potrebbe essere rappresentato da quel famoso 6 dicembre 2010, quando si recò in visita ad Arcore, presso la villa privata di Silvio Berlusconi, per discutere di alcuni temi legati all’amministrazione di Firenze. La notizia, diffusa quando ormai si era allontanato dalla villa, provocò non poche reazioni e alcune polemiche anche tra i suoi sostenitori.

Dopo aver organizzato, nel 2010, la Leopolda 1 insieme al suo ex compagno di avventure Pippo Civati (consigliere regionale della Lombardia per i democratici), nell’ottobre dell’anno scorso è stato l’unico padrone di casa del Bing Bang che si è caratterizzato per un’iniziativa molto particolare: chiunque ha avuto la possibilità di salire sul palco e dire in cinque minuti la sua idea d’Italia se fosse stato a Palazzo Chigi.

Tanti gli ospiti che si sono avvicendati sul palco. Dallo scrittore Alessandro Baricco all’economista Luigi Zingales, da Martina Mondadori (dell’omonima casa editrice) e Alberto Castelvecchi al regista Fausto Brizzi e l’ex Direttore di palinsesto di Canale 5 e Italia1, Giorgio Gori. Tra le personalità politiche, hanno fatto capolino: Sergio Chiamparino, Arturo Parisi, Ermete Realacci, Pietro Ichino, Maria Paola Merloni, Graziano Delrio, Salvatore Vassallo, il radicale Matteo Mecacci, Federico Berruti.

Da questo laboratorio, è uscito il Wiki-Pd: una piattaforma per ampliare le “100 idee per l’Italia” presentate da Renzi e dal suo staff.

Sicuramente ci sono aspetti positivi nel suo operato da sindaco, come il fatto che – sotto la sua amministrazione – Firenze ha approvato per la prima volta un Piano strutturale a volumi zero contro l’edilizia selvaggia ed anche una pedonalizzazione di molte zone della città come Piazza de’ Pitti. Altra sua battaglia, è quella per la circolazione delle auto elettriche e la campagna contro le morti su strada.

Le dolenti note, però, potremmo dire che riescono quasi ad eclissare quanto di buono ha fatto fin’ora.

Partiamo dal suo mandato alla Provincia. Il 5 agosto 2011, Renzi è stato condannato in primo grado dalla Corte dei conti della Toscana. Scrive Il Corriere fiorentino: “Il procedimento si riferisce al periodo in cui Renzi era presidente della Provincia di Firenze e riguarda il danno erariale per l’inquadramento contrattuale di alcuni assunti a tempo determinato. La procura contabile aveva contestato alla ex giunta provinciale – presidente e assessori – un danno di 2 milioni e 155 mila euro.

In fase di giudizio, la cifra è stata ridotta a circa 50 mila euro. Di questi, circa 14 mila sono a carico di Renzi e mille a carico dell’attuale presidente della Provincia, all’epoca vicepresidente, Andrea Barducci. Condannati anche ex assessori e funzionari. In base a quanto si apprende, le contestazioni mosse a Renzi riguarderebbero la categoria di inquadramento e la mancanza di laurea di 4 segretarie del suo staff, contrattualizzate con la categoria D invece che C”. Sarebbe interessante sapere in primis se quanto ricostruito dalla Corte sia vero e sicuramente vorremmo avere un suo commento, visto che quanto affermato nella sentenza di primo grado, cozza con i proclami di tagli alle spese della politica e quant’altro.

La sua irrefrenabile voglia di rottamare e varie affermazioni. Tra i tanti rimproveri che gli fanno, uno fra tutti è quello di rottamare, rottamare ma non presentare mai un’alternativa se non qualche sparuto nome (Massimo Zedda, che ha già declinato l’invito). Sembra un voler cambiare tutto per lasciare tutto esattamente com’era prima. Il nuovo che avanza, malignano in più di uno, non può essere un sindaco di sinistra che dice cose di destra. Quest’ultimo pensiero, è supportato anche da un definire Marchionne come “motivatore rivoluzionario” dopo che il suo partito si era schierato, per la maggior parte, con la FIOM (sindacato che aveva alzato le barricate dopo il caso Mirafiori). Oppure quando ha messo sullo stesso piano Biagi e Minzolini. Anche in quel caso non ci furono molti applausi…

Le proposte per l’Italia scritte da un ex uomo di Berlusconi. Ha fatto molto rumore la scoperta di alcuni blogger, secondo i quali il documento pdf contenente le 100 proposte per l’Italia e scaricabile dal sito del Bing Bang, sia stato scritto non da Renzi ma da Giorgio Gori, ex Direttore di palinsesto di Canale5 e Italia1, l’uomo che – per intenderci – ha lobotomizzato mezza Italia, portando, nel panorama televisivo, il Grande Fratello e l’Isola dei Famosi. Sarà proprio l’uomo giusto? Anche qui aspettiamo conferme di quanto asserito da molti, proprio dal diretto interessato.

La vicinanza con Cl e la fondazione Craxi. Sembrerebbe che alla fine del 2011, Renzi abbia cercato finanziamenti e sponsor. Secondo il ‘Corriere Fiorentino’, pare che li trovò in Comunione e liberazione, nella Fondazione Craxi, dai costruttori Salini, vicini a Walter Veltroni e a Silvio Berlusconi.

La versione ufficiale di qualche ben informato è che deve rientrare delle spese per la sua elezione a primo cittadino, quella ufficiosa è che Renzi stia preparando la scalata al partito guidato da Bersani. Secondo l’articolo del ‘Corriere’, dunque, Comunione e liberazione e la fondazione Craxi lo starebbero aiutando finanziariamente ed anche Berlusconi si sarebbe detto disponibile a sostenerlo in eventuali primarie.

Altra testimonianza di una presunta vicinanza con Comunione e Liberazione, la offre la rivista Micromega che scrive: «Comunione e Liberazione vanta forti simpatie e sostegni nella politica: da Silvio Berlusconi (sostenitore de Il Sabato nel ’78 e premier indicato apertamente da Cl e Cdo in varie tornate elettorali) a Pierluigi Bersani (ospite fisso del Meeting di Rimini) fino a Enrico Letta, Francesco Rutelli, Matteo Renzi, e molti ancora. Oggi però esprimono «vicinanza» a Comunione e liberazione big dell’economia e protagonisti della finanza come Corrado Passera, Sergio Marchionne (ospite d’onore al Meeting 2010), il numero uno di Generali Cesare Geronzi, il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, top manager di multinazionali come Enel e Edison, noti professori universitari, giornalisti, medici, imprenditori».

Il caso Lusi. Il 2 marzo scorso, il quotidiano Libero fa uscire una notizia in prima pagina, nella quale spiega come l’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, abbia elargito in maniera illecita 122 mila euro a Renzi, come finanziamento per la sua candidatura alle primarie di Firenze del 2009. Renzi replica prontamente, affermando senza ombra di dubbio che la sua campagna elettorale se l’è finanziata di tasca propria, con un mutuo da lui stesso stipulato e minaccia Belpietro di querelare il suo giornale. Successivamente, il sindaco presenterà tutte le carte che attestano la sua buona fede, durante una seduta del consiglio comunale.

MATTEO MARINI
per Wilditaly.net

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